“di Mary Caridi – Uno spettacolo indecente. Il giorno del doppio giudizio si sta avvicinando, quel 14 dicembre che segnerà il confine tra l’era del berlusconismo trash e il post berlusconismo, giorno in cui o tutto finisce e si volta pagina, o si ricomincia con escort, bunga bunga, ballerine e lacchè. I “Nominati” in Parlamento sembrano attori, protagonisti  di una rappresentazione teatrale che dipinge un mondo politico estraneo a quello che nella vita reale è la realtà di noi, poveri italiani. Prigionieri di un’epoca oscena, noi spettatori di una pièce allucinante, di una telenovela, di una fiction, assistiamo allo spettacolo che sancisce la fine della politica. Altro che tangentopoli, qui la corruzione e la compravendita appare un metodo fatto a sistema alla massima potenza. Nel frattempo, mentre loro si parlano addosso, recitano le loro parti del  film il “Padrino”, noi stiamo galleggiando, affogando, consumandoci come candele nella crisi economica. Soli. Soli e nudi davanti ad un destino che ha mutato totalmente i futuri. Destini privi di qualunque punto di approdo, abitanti di un Paese senza più identità. Parolai, chiacchieroni, disinvolti pifferai, mi appaiono questi uomini che noi lautamente stipendiamo per tutta loro vita. Non tutti, ma troppi. Gente che cura i propri interessi personali al di là di ogni decenza, in un clima che dimostra come loro non siano al nostro servizio, ma a quello autoreferenziale dei loro interessi. Berlusconi è quello che il nostro Paese si merita? Forse si, considerato che noi non siamo migliori se non ci indignamo davanti al bunga bunga, alla presenza di igieniste dentali belloccie che assurgono al ruolo di consiglieri regionali, a uomini che sembrano in vendita al miglior offerente.

Gira la ruota! Guai a quel paese che ha bisogno di un uomo solo al comando, guai a quel Paese che non ha la forza di rigenerarsi, di trovare la via della sua salvezza. Perdersi per non ritrovarsi mai più, questo è il rischio. Questo paese è cambiato in meglio? Dopo tangentopoli ha forse avuto lo scatto per tirarsi su le maniche e scongiurare che quel sistema finisse? E coloro, le forze nuove, entrate in politica, beneficiando di quel terremoto che ha sterminato i partiti politici, hanno migliorato il nostro Paese? Sono politici migliori di quelli che c’erano prima?Insomma stiamo meglio o no? Il resto sono chiacchiere, propaganda, aria fritta da vendere ai gonzi. Nel frattempo comunque vada il 14 dicembre,  noi siamo sotto macerie e con un paese che ha il fiato corto e l’esigenza di ricostruirsi nel suo tessuto sociale  ricco di squarci e liso  nelle sue trame, auguriamoci che che dopo il peggio ritorni lo spirito del dopoguerra, quello stato di grande speranza, passione, che ha mosso i nostri padri. Anche l’orgoglio italiano ha bisogno di una lucidatina allo stellone che ci ha sempre assistito. Gli scenari sono difficili, che Dio ce la mandi buona!

* A Modo Mio* rubrica corsara di Mary Caridi