di Alfredo Sgarlato – Si dice che i primi anni di un secolo bastino per capire come sarà. Quindi se pensiamo che nei primi anni del secolo scorso sono apparsi Freud, Einstein, Picasso, Proust…. il paragone col nuovo millennio è perlomeno inquietante. Ma almeno nel cinema le cose non vanno male. Il 2010 si è aperto nel segno del 3D, con gli straordinari incassi di Avatar, che con o senza 3D è un buon film, avvincente e visivamente magnifico, e di Alice in wonderland, che con o senza 3D è una delusione tremenda, nel film non rimane nulla né della folle logica di Lewis Carroll, né dell’umorismo malinconico o del ribellismo adolescenziale di Tim Burton (un autore che ho adorato e temo sia in crisi precoce).

Il 3D sarà la salvezza del cinema o solo una bizzarria di stagione? È troppo presto per dirlo, è inevitabile però pensare che, se il tridimensionale può rendere più spettacolare un film d’azione, certamente non avrebbe alcun senso in un film, per esempio, di Verdone o di Woody Allen. Nell’insieme si può dire che chi come me va spesso al cinema incontra spesso opere sopra la media, cosa che non gli capita più con la musica o la letteratura (tornerò su questi argomenti). Va detto però che quando in TV vedo uno spezzone da un film di Fellini o di Pasolini mi chiedo se un genio surreale come loro di questi tempi potrebbe trovare finanziamenti.

Oggi il cinema, se escludiamo il ricco filone fantasy, che ha molto successo, è sempre più orientato verso il realismo, spesso ai limiti del documentario e non c’ quasi più sperimentazione sulla forma, se non sulla costruzione dei tempi narrativi, vedi i film di Innaritu e Arriaga (Babel, The Burning plain) o i films dove è difficile distinguere il sogno dalla realtà, filone che divide molto pubblico e critica ( gli ultimi Lynch, o film come Inception o Donnie Darko). Per quanto riguarda i premi, lascia perplessi il verdetto di Venezia: il modesto temino di Sofia Coppola ha deluso moltissimo i suoi fans; ancora di più l’Oscar, andato al modestissimo The Hurt Locker, molto meglio la scelta del miglior film straniero, non ho ancora visto il vincitore di Cannes, Uncle Bonmee, mentre non condivido l’entusiasmo della critica per Il Profeta, che non ho trovato un capolavoro come si è scritto.

Per le bizzarrie del mercato regista dell’anno si può eleggere Francois Ozon, l’unico regista in giro da cui non sai mai che film aspettarti, che ha avuto ben tre film in uscita nelle sale (più Swimming Pool, del 2003, in prima visione Tv, ovviamente in piena notte) Aumentano gli incassi per i film italiani, su cui scriverò un articolo a parte, mentre sono sempre di più i film anche importanti che escono direttamente in DVD, come gli ultimi di Chabrol e Neil Jordan. Infine, quest’anno sarà ricordato anche per i terribili lutti, Monicelli su tutti, poi i grandissimi della nouvelle vague Rohmer e Chabrol, Arthur Penn e tanti altri.

Concludo con l’elenco sintetico dei film che ho amato di più tra quelli visti nel corso del 2010 (qualcuno magari è del 2009): Welcome, Ricky. A serious man, L’uomo che verrà, La prima cosa bella, Soul kitchen, Il concerto, Moon, Gli abbracci spezzati, Lourdes, L’uomo nell’ombra, 500 giorni insieme, 10 inverni, District 9, The road, Departures, Bright star, My son my son what have ye done.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato