di Sandra Berriolo – Non ricordo cosa ci avevo scritto, ma anche io posso annoverare tra i miei ricordi la “letterina a Gesù Bambino”. Credo per pochissimi anni, forse uno o due, non credo di più. In terza elementare ormai anche la mia generazione aveva smesso di credere a Gesù Bambino. Noi, comunque, trattavamo con Lui direttamente. E in segreto, peraltro. La letterina si faceva magari a scuola, in modo che i genitori non la leggessero, così diceva la maestra Lo Russo, e poi si metteva sotto il piatto, sempre facendo in modo che nessuno ci vedesse. La letterina doveva assolutamente essere cosparsa di brillantini, che spargevamo con le dita dopo aver messo una quantità esagerata di colla. Era un pasticcio bellissimo.

Poi passarono gli anni e i bambini cominciarono a scrivere a Babbo Natale. Non so se continuavano a mettere i brillantini, ma so per certo che le letterine dovevano essere imbucate per tempo (non come noi che le facevamo la settimana prima di Natale, dopo gli Egiziani e subito prima di conoscere l’esistenza dei Romani). Ma non credo lui le abbia mai girate a Gesù Bambino. Il vecchio laico della Coca Cola ereditava il gravoso incarico con pieni poteri. Ora invece, dopo i lucchetti sui ponti, ecco la “letterina espresso”. Alla stazione di Roma Termini un gigantesco albero di Natale fa ora le veci di Babbo Natale e di quel matusa di Gesù Bambino. La gente passa di corsa ma trova il tempo (il tempo te lo trovano le FS per via dei ritardi) di lasciare il suo desiderio per il Santo Natale. Ho letto numeri di cellulare di chi cerca una ragazza, nomi di chi cerca casa, indirizzi di chi cerca un lavoro; ma anche semplici auguri ai cugini in Perù o in Finlandia. Nessuno mi pare, ma non son riuscita a leggerli tutti, chiede un trenino elettrico o la Mucca Carolina. Uno però scrive una richiesta un po’ bizzarra, considerando che a Natale dovremmo essere tutti più buoni! Non oso scriverla, per paura che l’Albero – pardon Gesù Bambino- mi punisca e non mi mandi il regalo che ho chiesto per quest’anno. Allego fotografia.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo