di Sandra Berriolo – Non sono tra coloro che si ingolfano di cibo nel periodo natalizio. Però certo il panettone mi piace e la frutta secca pure, per non parlare delle lasagne al forno e dell’insalata russa. Mi predisponevo comunque ad una fase di rallentamento della golosità e di aumento della depurazione quando ho avuto la malaugurata idea di guardare le notizie del giorno sul web. Scopro la congiura. La Coldiretti mi comunica che ho preso due chili di peso causa l’ingurgitamento di 15mila-20mila chilocalorie più del necessario. Nel frattempo i negozi di alimentari iniziano i saldi, svendendo a prezzi stracciati panettoni, cotechini e le altre delizie tipicamente natalizie. Come si fa?

A parte il fatto che vorrei conoscere tutti quelli che dicono che c’è la crisi e poi hanno portato a casa quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, ottanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 5 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo attorno ai cinque miliardi di euro. E ora chi glielo dice che potevano spendere la metà solo aspettando 15 giorni? Si perché molte di quelle buone cose sono ancora stipate in ogni armadietto della casa, compreso quello del bagno (io ci tengo il cioccolato, perché lo uso come antidepressivo). Comunque: se vogliamo aumentare i consumi, facendo contento il Governo, dobbiamo far vedere che approfittiamo dei saldi. Se vogliamo smaltire le scorte dobbiamo continuare ad ingozzarci come tacchini. Se vogliamo vivere a lungo sani e belli (!) dobbiamo smaltire ‘sti chili di troppo e depurare il fegato. Soluzione: cambiamo la data di Natale. Lo fissiamo al 15 febbraio e non se ne parla più.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo