di Eraldo Ciangherotti – Non v’è dubbio che la sicurezza sia ormai da tempo una questione centrale della società italiana, un argomento sensibile per tutta la popolazione. Tanto che, mai come negli ultimi anni, questo tema è entrato pesantemente anche nei programmi elettorali delle amministrative in numerose città. Ad Albenga, addirittura, il sindaco Rosy Guarnieri, lo scorso 29 marzo, ha vinto il governo della città, grazie soprattutto a questo tema che il suo predecessore, Antonello Tabbò, PD, oggi seduto in Consiglio Comunale nei banchi della minoranza, aveva in qualche modo sottovalutato e, per certi versi, pure trascurato.

Infatti la criminalità, infatti, negli ultimi anni, ha conosciuto una nuova dimensione, l’arrivo degli extracomunitari, che, approdati sui lidi italiani, spesso senza né arte né patria, sono stati costretti a delinquere, anche nel ponente ligure, un po’ per cercare di guadagnarsi da vivere e un po’ per tentare di gestire una forma di criminalità organizzata in spaccio di sostanze stupefacenti o furti e spaccate. A riordinare l’emergenza di questa situazione ha giocato un ruolo determinante la Legge 30 luglio 2002, n. 189 sull’immigrazione, cosiddetta Bossi-Fini, legge sicuramente oggi non ancora perfetta, ma senza dubbio, apprezzata sin dall’inizio dagli addetti ai lavori, Forze dell’Ordine in primis, perché disegnata e approvata dal secondo governo Berlusconi proprio per controllare e arginare un fenomeno destinato ad avere profonde ricadute nella nostra civiltà.

Però, se tutto il mondo è paese, non deve essere così a Savona. E si resta perplessi a guardare i bilanci di fine anno sull’attività della polizia municipale in due cittadine differenti, come Albenga e Savona, la prima con 24.249 abitanti amministrata, oramai da 9 mesi, da Lega e PDL con 42 agenti nella polizia municipale, mentre la seconda, roccaforte rossa, con 62.494 abitanti e 84 agenti nella Polizia municipale. Nel 2010, in ambito della sicurezza urbana e antidegrado, sono state rilevate 471 verbali effettuati ad Albenga, tra omesse cessioni di fabbricato, abusivismo commerciale, ordinanze antiprostituzione e contestazioni di ubriachezza manifesta, mentre a Savona, soltanto 131 violazioni di ordinanze comunali, con 5 sequestri di merce bivacchi e 18 discariche. Tutte cose che nulla hanno a che fare con il Codice della Strada. A Savona non c’è forse immigrazione clandestina?

A Savona gli extracomunitari sono tutti regolari? Chissà cosa ne pensa al riguardo il Sindaco savonese Federico Berruti. Andando avanti ad analizzare l’attività di contrasto all’immigrazione clandestina, nel 2010 a Savona sono stati effettuati dalla polizia municipale solo 4 arresti per immigrazione clandestina, contro i 26 arresti effettuati ad Albenga dagli agenti del comando dei vigili. Inoltre, se a Savona solo 13 persone foto segnalate, lo scorso anno, invece, ad Albenga sono stati identificati e quindi foto segnalati 403 soggetti, con l’avvio delle procedure di espulsione per oltre una trentina di questi soggetti, con l’arresto di 19 individui e con l’accompagnamento in CIE (centro identificazione ed espulsione) per tredici soggetti allontanati definitivamente dal territorio albenganese. Se poi si confrontano il 2009, anno di amministrazione comunale di sinistra, con il 2010, anno di amministrazione di centro destra, ad Albenga si rileva un dato molto interessante. Le notizie di reati commessi sul territorio di Albenga, se nel primo quadrimestre del 2009 come del 2010, erano pressoché uguali (69 nel 2009 e 63 nel 2010), invece, a fine 2009, arrivavano a 364 contro le 257 del 2010. Significa che, nel 2° e 3° quadrimestre del 2009, erano 295 le notizie di reato complessive, contro le 194 accertate nello stesso intervallo del 2010, periodo in cui il governo di centro-destra, guarda caso, è salito al potere.

Ecco qui la prova provata, il vero risultato di una efficace politica mirata sulla sicurezza. Dire che Albenga, rispetto a Savona, sia meta più ambita per microcrimine e clandestinità, dove gli immigrati approdano con maggiore interesse, è una giustificazione che non regge. Ad oggi resta solo un dato di fatto. L’impegno di una saggia Amministrazione comunale sulla sicurezza, se coniugato con una conoscenza approfondita del territorio e con la capillare presenza della polizia sulle strade, più che alla sede del Comando della Municipale, è un metodo che da i suoi frutti. Provare Albenga… per credere.

* Eraldo Ciangherotti – Assessore Servizi Sociali Comune di Albenga