Pietra Ligure presenta…”Il primo giorno”

di Silvia Pattaro – Giovedi 27 gennaio verrà rappresentato a Pietra Ligure, presso il Cinema Teatro Comunale, lo spettacolo teatrale dal titolo “Il primo giorno – Storie di quasi banale assurdità”. Testi e scenografie di Mario Nebiolo, immagini a cura di Lino Genzano. L’evento, che sarà portato in scena dalla Compagnia Stabile Timoteoteatro di Savona, è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Pietra Ligure, l’Assessorato alla Cultura e l’Associazione Culturale Cavatori (Ingresso a pagamento: biglietto unico a € 8. Informazioni al numero di telefono 019 618095).

Si tratta di racconti recitati tra l’ironico e l’assurdo, apparentemente slegati ma uniti da un tema comune, una sorta di ricerca su alcuni aspetti poco evidenti della mente. È come buttare uno sguardo al di là di un confine per osservare cose usuali da un punto di vista inusuale, talvolta sconvolgente.

Mario Nebiolo nasce a Rivoli il 7 settembre 1956. Vive e lavora a Savona. Dipinge dall’età di quindici anni. Ha iniziato con l’insegnamento di Carlo Bossi, artista locale i cui lavori sono come “racconti” della Savona di un tempo, suo grande amico, ora scomparso. Ha esposto presso la galleria S. Andrea di Pennone partecipando, tra l’altro, alle famose collettive di Natale assieme ai pittori “storici” savonesi (Bossi, Peluzzi, Collina, Caldanzano, Bonilauri, ecc.). Da allora ha esposto in diverse personali e collettive presso varie gallerie: Albisola, Varazze, Noli, Finale, ed in Francia: Aix en Provence, Marsiglia. Attualmente ha un rapporto di collaborazione con la galleria Laurin di Aix en Provance. La sua pittura, dal punto di vista della forma espressiva, si rifà alla tradizione impressionista e post-impressionista ed è orientata ad una ricerca continua, portata avanti, nel tempo, sulla luce e sui volumi modellati dalla luce stessa e dal movimento, con influenze di Bonnard, Boccioni, Balla. Ma al di sotto della forma apparente, del colore e della luce, c’è il tentativo di fermare e trasmettere un’emozione forte che è alla base di ogni opera dell’artista e che trae origine da quella materia emotiva, viva, pulsante e perentoria in cui confluiscono memoria, nostalgia e sogno. Emozione che da la vita alle stesse forme, ai colori e alla luce attraverso i quali, l’autore, non può fare a meno di esprimersi in quanti essi sono i messaggeri di quella stessa materia misteriosa.

Dopo varie esperienze pittoriche, da alcuni anni ha iniziato la “pittura acrobatica”. Su pareti di cava, muraglioni cittadini di roccia e cemento, in ambienti degradati e tra sfasciumi di roccia friabile, ha iniziato a immaginare o piuttosto vedere figure sempre più grandi, e a tirarle fuori col colore e un normale pennello, utilizzando chiodi e tecnica alpinistica. L’ultimo lavoro è quello su una grande cava dismessa del Comune di Toirano, l’ex cava Marchisio, davanti al piazzale delle Grotte: l’ultima di una serie di figure che rappresentano i contadini del posto e i vecchi operai della cava, di quando si lavorava a mano a colpi di mazza per buttar giù le pietre tra mille pericoli.