In occasione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, Giovedì 27 Gennaio ore 18,00 il Sindaco di Savona Federico Berruti ha il piacere di invitare tutti i cittadini alla cerimonia nel corso della quale verrà deposta una corona d’alloro presso il Monumento ai Caduti di Piazza Mameli.

Segnaliamo inoltre che Giovedì 27 Gennaio alle ore 21 e Venerdì 28 Gennaio, ore 10, la Compagnia Pandemonium Teatro di Bergamo presenta, al Teatro Chiabrera, “La Bambola Bionda e la Bambola Bruna” Una fiaba racconta l’Olocausto ai bambini, testo e regia di Lisa Ferrari, con Giulia Manzini e Chiara Carrara. Lo spettacolo è indicato per le famiglie e la scuola elementare.

Descrizione: È possibile raccontare anche ai bambini la storia dell’Olocausto? Sì, con una fiaba. E come ogni fiaba c’è il bene e il male, il buono e il cattivo, la gioia e la paura. Una storia a lieto fine – anche qui, come in ogni fiaba! – che emoziona e commuove adulti e bambini. Insieme. In un negozio di giocattoli, due bambole ballerine, una bionda e l’altra bruna, interpretate da due giovani attrici-danzatrici, cercano di attirare l’attenzione dei clienti danzando nella vetrina. Purtroppo nessuno entra a comprarle ed allora la bionda,,che, fra l’altro, non è così abile nella danza come la bruna, comincia ad incolpare la compagna di essere brutta e di scoraggiare i clienti dall’entrare nel negozio, disgustati dal suo aspetto. La bruna cerca debolmente di difendersi, ma poi soccombe di fronte alla forza e determinazione della bionda. Viene così relegata in cantina con tutti i giocattoli “inutili” e, come lei, destinati alla rottamazione. Lo spettacolo cerca di spiegare, con una semplice storia, come alcuni dei mali della nostra società possano nascondere in sé il “nucleo” di drammi più grandi: la paura del diverso, i piccoli razzismi che portano a tragici eventi. E, in particolare, ci racconta proprio il dramma della tragedia avvenuta, il “sogno” nazista, attuato servendosi dell’allontanamento dapprima, e dell’eliminazione poi, di un’intera razza considerata “elemento indesiderato” e nocivo per la collettività. Il linguaggio simbolico e l’utilizzo, da parte delle due attrici-ballerine, del corpo in rapporto allo spazio e agli oggetti, permette anche ai più piccoli di affrontare con semplicità ed immediatezza temi legati al rifiuto del diverso.