Le note di Liszt al Chiabrera: sabato concerto di Michele Campanella

Nell’anno in cui il mondo della musica celebra il bicentenario della nascita di Franz Liszt (1811-1886), il pianista Michele Campanella dedica interamente la sua attività di pianista e direttore d’orchestra, per tutto il 2011, al compositore ungherese da lui studiato e amato fin da giovanissima età. Per questo è davvero un’occasione unica e da non perdere il concerto che Campanella, accreditato e applaudito come uno dei massimi interpreti lisztiani, sabato 29 gennaio alle ore 21, nella stagione musicale del Teatro Chiabrera di Savona.

Nel concerto di Michele Campanella si potranno ascoltare alcune importanti rarità lisztiane: il programma si apre con la Ballata in si minore n. 2 S171 composta nel 1853 e prosegue con le Due leggende francescane: San Francesco d’Assisi che predica agli uccelli e San Francesco di Paola che cammina sulle onde e, nella seconda parte del recital, il ciclo celeberrimo del Deuxième Année de Pèlerinage: Italie R 10b, composto tra il 1837 e il 1856.

«Il programma di questo concerto – spiega il pianista – presenta due aspetti fondamentali dello spirito di Liszt: la fede e la contemplazione della bellezza. Soltanto alla luce delle grandi opere corali, prima fra tutte l’imponente Christus, andrebbero esaminati i brani pianistici che si rivolgono alla fede, fra cui le due Leggende francescane, inserite in questo programma, composte come in uno stato di estasi. Il valore delle due composizioni non sta tanto nel loro straordinario impressionismo quanto nella profonda adesione alle figure dei santi: questi non sono un “pretesto” per fare musica, è la musica il linguaggio privilegiato da Liszt per venerarli. Composizioni, dunque, sottratte al “pittoresco” e restituite al “mistico”. Questo dittico lo possiamo considerare davvero come uno delle opere più equilibrate e ispirate di Liszt. Le due Leggende francescane sono espressione della fede che il compositore ungherese ha vissuto come la certezza fondante del suo pellegrinare. Non si possono ridurre a oleografie devote. I valori in esse contenuti, la celebrazione della santità in due toni così dialetticamente contrastanti, l’eroismo così diverso dei due grandi Santi italiani, trovano un’eco profonda nella sensibilità di Liszt. E il pianismo che la trasmette è il risultato di formidabile saggezza, nata dall’esperienza del virtuoso degli anni flamboyant (1827-47) e trasfigurata in una nuova “economicità” espressiva».

«Nella seconda parte del concerto – prosegue ancora Campanella -, il clima cambia: la seconda Année de Pèlerinage: Italie è tutta intrisa di una Bellezza che il compositore cerca nella pittura e nella poesia italiane. Qui Liszt esprime una magica contemplazione che vive al limite tra misticismo e erotismo. Certo è che parliamo di capolavori su cui l’ombra dell’amico Chopin guarda con un sorriso benevolo. Per questo Liszt, nella sua Italie, esprime il massimo stato dell’equilibrio raggiunto nella sua maturità, un traguardo decisivo nella storia del frammento romantico e nello stesso tempo una premessa ricchissima di stimoli per la successiva svolta di fine secolo. Con lui le porte della musica dell’avvenire, e dell’impressionismo, sono definitivamente aperte».

«Franz Liszt – conclude Campanella – vive ancora oggi della fama di sommo pianista, ma quale compositore di rango assoluto continua a subire un giudizio negativo diffuso da oltre un secolo e basato sulla conoscenza di pochissime sue opere. Il bicentenario della nascita può essere un’ottima occasione per scoprire qualcosa di nuovo del repertorio lisztiano e rimodellare l’immagine del compositore ungherese alla luce di un approfondimento che comprenda le opere spirituali, i Lieder, le parafrasi neglette, tutto quel versante che è in grado di trasformare il suo ritratto di musicista e di uomo. Come in pochi altri casi, questo anniversario può rappresentare una svolta nella ricezione del musicista commemorato. Tutto il progetto Liszt che mi impegna in prima persona come interprete, docente, scrittore e direttore artistico è concepito per questo scopo; sono orgoglioso del coinvolgimento di più di 70 miei colleghi italiani e dell’Orchestra Cherubini, nell’omaggio a un autore amatissimo dalla nuova generazione di pianisti del nostro paese. Ricordandoci l’amore che Liszt portava all’Italia, e alla sua lunghissima residenza romana».

È interessante ricordare che l’incontro tra Franz Liszt e Michele Campanella è avvenuto quando questi aveva quattordici anni e che la successiva carriera è stata tutta segnata dalla musica del compositore ungherese. Con il Mephisto-Valzer il pianista ha vinto Concorso Internazionale “Alfredo Casella” a diciannove anni. Nel 1968 ha debuttato con le orchestre dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e della Rai di Milano eseguendo la Totentanz diretto da Eliahu Inbal e Christoph von Dohnanyi. Negli anni Settanta e Ottanta ha lavorato molto sulle parafrasi lisztiane, anticipando e promuovendo la fortuna che questo genere di musica oggi può vantare. Ne ha in repertorio ben quarantuno. Nel 1986, centenario della morte di Liszt, Campanella ha suonato in molte occasioni sia in recital sia con orchestra; inoltre, su Rai Uno, gli è stato affidato il documentario Viaggio in Italia in cui Campanella suona e racconta le vicende lisztiane legate all’Italia. E proprio in quell’anno il Ministero della Cultura ungherese ha attribuito al maestro napoletano una medaglia “al valore” lisztiano. Un’altra medaglia è giunta dall’American Liszt Society nel 2002 come premio alla carriera. Mentre per le sue registrazioni la Liszt Society di Budapest gli ha attribuito tre volte (1977, 1978, 1998) il Gran Prix du Disque. L’ultimo riconoscimento nel 2008 dal Festival di Grottammare (cittadina delle Marche dove Liszt soggiornò in vacanza). Campanella è stato anche nominato Presidente della neonata Società Liszt, Chapter dell’American Liszt Society.

Ricordiamo anche che a Michele Campanella si deve l’ideazione e la cura di una delle imprese più titaniche nella storia del concertismo, ossia la programmazione delle maratone lisztiane organizzata dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, considerate la maggior impresa lisztiana organizzata dall’Italia e una delle maggiori al mondo: settantacinque pianisti fra giovani e promettenti interpreti e affermati concertisti sono impegnati nell’esecuzione di tutto il catalogo pianistico di Liszt, con brani di rarissimo ascolto o in prima esecuzione italiana. Dopo le prime tre, a maggio e la scorsa settimana, le maratone torneranno a Roma, alla Sala Petrassi del Parco della Musica, per altre quattro intensissime giornate, a marzo e ottobre prossimi.

Fra gli appuntamenti di spicco di Michele Campanella per questo suo impegnativo 2011 lisztiano, quello del 30 settembre (replica l’1 e 4 ottobre), in cui raggiungerà Riccardo Muti a Chicago per il culmine delle celebrazioni lisztiane con l’esecuzione, insieme alla Chicago Symphony Orchestra, del Primo Concerto per pianoforte e orchestra: un incontro storico, un concerto che già si preannuncia memorabile.

Altri concerti come solista vedono impegnato Campanella nuovamente all’Accademia di Santa Cecilia a Roma (11 marzo), poi al San Carlo di Napoli (7 aprile e in ottobre), a Buenos Aires e Rosario in Argentina (14 e 15 luglio) e un concerto di musica corale all’Accademia Musicale Chigiana di Siena (20 aprile).

L’ultimo traguardo musicale di Campanella è l’esecuzione, come direttore d’orchestra e solista, in una sola serata, dei quattro capolavori lisztiani per pianoforte ed orchestra, ossia Totentanz, la Fantasia Ungherese, il Primo e il Secondo Concerto, vedendolo impegnato contemporaneamente come direttore e solista e con il fine di valorizzare la profonda coerenza delle partiture lisztiane, spesso trascurate. Questa intensa esperienza musicale si ripeterà nel 2011 grazie alla nuova collaborazione con l’Orchestra Luigi Cherubini, fondata e diretta abitualmente da Riccardo Muti. Proprio con questa famosa formazione orchestrale, Campanella inizierà una tournée italiana e internazionale, con quattro tappe a fine marzo – Piacenza il 25, Cremona il 26, Udine il 27, Parma il 29 -, quindi in giugno Ravenna nell’ambito del celebre Festival.

All’attività di musicista, Campanella affianca quella di scrittore: il 10 marzo allo Spazio Risonanze del Parco della Musica di Roma sarà presentato Il mio Liszt (Milano, Bompiani, 2011), che il pianista dedica al suo autore di riferimento. Lo studio di una vita e il racconto di una vera comunione artistica e spirituale, l’omaggio personale e sincero a un compositore da sempre amatissimo. Il libro, nelle intenzioni del suo autore, intende dare un contributo personale per promuovere e far conoscere la musica di Liszt presso il grande pubblico. In uscita anche una collana di nove CD di composizioni pianistiche lisztiane per l’etichetta Brilliant Classic.

Info: 019-820409. Biglietti: intero 15 €, ridotto 10 €.