Prosegue all’Auditorium di Santa Caterina in Finalborgo la rassegna “Doc in Borgo. Fatti, storie, racconti nei documentari ”, promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Finale Ligure e curata da Teo De Luigi. Domenica 6 febbraio, alle ore 17, sarà proiettato il documentario “La strada di Levi” di Davide Ferrario. Il regista sarà presente alla proiezione. Al termine sarà offerto, come da tradizione, un aperitivo in collaborazione con la Bottega del Commercio Equo e Solidale.

Il 27 Gennaio 1945, Primo Levi, uno degli scrittori più insigni del ventesimo secolo, viene liberato ad Auschwitz dall’Armata Rossa. Inizia un viaggio lungo e tortuoso durato otto mesi, attraverso Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia, Ungheria, Moldavia, Romania, Germania e Austria, per poi ritornare nella natia Torino. A sessant’anni di distanza (2005) Davide Ferrario e Marco Belpoliti intraprendono lo stesso viaggio per vedere cosa è cambiato a oriente da quella “Tregua”. E’ come colmare un vuoto che la storia ha riempito di eventi e fatti drammatici, mentre le immagini diventano l’anello di congiunzione tra ciò che è stato e ciò che è.

DAVIDE FERRARIO – Biografia. Davide Ferrario è nato a Casalmaggiore il 26 giugno 1956. Inizia la carriera come critico cinematografico dopo la laurea in Letteratura angloamericana e si occupa di scrittura e distribuzione di film per il grande schermo con la Lab80 di Bergamo. Scrive sulla rivista Cineforum e organizza rassegne in tutta Italia. Tra le sue pubblicazioni più celebri ricordiamo la monografia su Rainer Werner Fassbinder pubblicata da Il Castoro. E’ stato inoltre uno dei contatti italiani più importanti con il cinema indipendente americano, portando in Italia i film di Jim Jarmusch, John Sayles e Susan Seidelman. Esordisce come regista nel 1987 con il cortometraggio Non date da mangiare agli animali e successivamente scrive sceneggiature per numerosi registi. E’ del 1989 il suo primo lungometraggio, La fine della notte. Lo stesso anno scrive anche la sceneggiatura di Occhi che videro di Daniele Segre, con il quale collaborerà di nuovo nel 1992 per Manila Paloma Blanca. Perché il suo secondo lungometraggio veda la luce si dovrà aspettare il 1994: Anime fiammeggianti è una commedia drammatica con cadenze surreali sul tormentato rapporto tra un uomo e sua moglie. Ferrario si divide tra il cinema e la televisione e nel 1990 dirige alcune puntate della serie American Supermarket.

Dopo un lungo periodo di pausa ritorna al cinema di fiction nel 1997 con Tutti giù per terra, interpretato da Valerio Mastandrea. Seguono Figli di Annibale con Diego Abatantuono e Guardami (1999), bio-pic sulla pornodiva Moana Pozzi, che però non incontra il favore di critica e pubblico. Con Se devo essere sincera (2004), interpretato da Luciana Litizzetto e Neri Marcorè, ristabilisce un buon contatto con l’audience e lo stesso anno compie un passo importante filmando interamente in digitale il film Dopo mezzanotte, che si fa notare per le tre nomine ai David di Donatello. Il suo ultimo lavoro è Tutta colpa di Giuda – Una commedia con musica (2008) con Kasia Smutniak nei panni di una regista teatrale che vuole mettere in scena La Passione di Cristo in un carcere. Ferrario ha anche realizzato alcuni documentari: Lontano da Roma (1991), Materiale resistente (1995), progetto sulle gesta della Resistenza realizzato con Guido Chiesa, Sul 45° parallelo, nel quale segue il tour del gruppo CSI tra Reggio Emilia e la Mongolia, La rabbia (2000), Le strade di Genova (2002) e La strada di Levi (2005), sulle peripezie di Primo Levi nel suo viaggio tra Auschwitz e Torino.