LETTERE – di Gabriele Trunzo – Leggendo della recente polemica che ha visto protagonisti il movimento civico “Albenga è” e l’assessore ai Servizi Sociali Eraldo Ciangherotti e constatando la solita boriosità, nonché l’atteggiamento indisponente dell’assessore nel replicare, vorrei rendere pubblica una mia spiacevole esperienza personale in cui sono stato vittima degli atteggiamenti altezzosi e autoritari dell’assessore.

Tutto è iniziato quando ho deciso di pubblicare un articolo riguardante i problemi dovuti alla circolazione nel periodo natalizio dopo la rivoluzione della viabilità in Via al Piemonte e Viale Martiri della Foce, spinto semplicemente dalla mia passione politica, pur senza nascondermi dietro l’emblema del partito locale di cui faccio parte.

Nella tarda serata di Natale infatti, il dottor Ciangherotti, citato di sfuggita nel detto articolo (che, ripeto, trattava di viabilità e il suo nome era uscito semplicemente per riportare un suo intervento a mio avviso inappropriato, in cui dava la colpa del traffico ai membri del PD ingauno colpevoli secondo lui di “portare sfiga”) si è preoccupato di mandarmi alcuni sms al mio numero di cellulare privato.

Resta tutt’ora un mistero dove lo abbia recuperato… forse nei registri del campo solare comunale in cui ho lavorato?

Fatto sta che ho dovuto subire i suoi giudizi, dato che secondo lui sono “infantile”, soffro del “complesso di inferiorità” (se qualcuno può poi aiutarmi a capire verso chi o cosa), “faccio solo ridere” e sopratutto dovevo essere pronto a prendermi le mie “responsabilità di fronte alle sedi competenti”.

Dato che, per mantenermi gli studi, nella stagione estiva lavoro ormai da due anni nel campo solare comunale di Albenga e avevo conosciuto l’assessore proprio in ambito lavorativo, preso alla sprovvista da un attacco così personale mi sono sentito spaesato e, per paura di una ripercussione in occasione del prossimo colloquio per l’assunzione estiva al servizio comunale, avevo deciso di tenere per me questa brutta esperienza.

Siccome però nei suoi ultimi articoli l’assessore si è concentrato nel far sapere a tutti quanto lui sia buono ed efficiente, mi sembrava giusto far presente ai cittadini albenganesi anche la sua altra faccia, disposta a intimorire un privato la cui unica colpa è forse solo quella di appartenere all’altra fazione politica.

Per non parlare della mia preoccupazione riguardante il così facile reperimento del mio numero di cellulare personale, senza il mio consenso né tantomeno la minima idea su dove e come lo abbia avuto.

Dunque è questo il rispetto della privacy, della libertà di pensiero e di espressione del “buon” assessore alle politiche sociali, il difensore dei deboli?

* Gabriele Trunzo – Albenga

[NdR: qui la Lettera di risposta dell’assessore Eraldo Cingherotti]