Più rapido il ritorno al nucleare…

di Carlo Tonarelli – Meno intralci burocratici e autorizzazioni veloci e per “ammorbidire” i timori delle popolazioni “compensazioni economiche” estese a tutti i cittadini che risiedono in un raggio di 25 Km dalle future centrali atomiche italiane. Questo il via libera del Consiglio dei Ministri di venerdì 18 febbraio rende più rapido il ritorno all’Atomo nel nostro paese. Il decreto prevede la semplificazione delle procedure di valutazione e di autorizzazione dei nuovi impianti “riducendo i tempi di costruzione e di individuazione dei siti” saltando di fatto il coinvolgimento delle Regioni.

Tutto questo succede mentre in Francia , a poche centinaia di chilometri dai nostri confini, 34 reattori nucleari francesi avrebbero una serie inquietante di “anomalie”. Secondo la rete antinucleare francese «La notizia è rimasta discretamente nascosta sul fondo del sito dell’Autorité de Sûreté Nucléaire (Asn): in seguito a recenti studi, Edf ha “scoperto” una inquietante “anomalia” In tutti i reattori da 900 MW, in caso di fuga importante dal circuito primario, il circuito di iniezione dell’acqua di sicurezza potrebbe rivelarsi incapace di impedire la fusione del nocciolo».L’ Asn ha quindi avvertito che «In situazione accidentale, per alcuni livelli di pressione del circuito primario principale, l’iniezione di sicurezza ad altra pressione potrebbe non permettere di raffreddare sufficientemente il cuore del reattore».

Il sistema di iniezione dell’acqua di sicurezza è il solo dispositivo che permette di ritardare una fusione del nocciolo nucleare durante una fuga d’acqua importante dal circuito primario.”Sortir du nucléaire” spiega che «Il suo ruolo è quello di iniettare massicciamente dell’acqua in questo circuito per soffocare la reazione nucleare e raffreddare il cuore. Ora Edf scopre, mentre i primi reattori 900 MW girano da più di 30 anni, che è incapace di misurare se l’acqua iniettata da questi sistemi si ripartisce uniformemente .

* Carlo Tonarelli – “Punto di svolta “ Circolo per l’ecologia emergente sostenibile e la tutela dei beni comuni