di Vincenzo Munì – “La dove l’ignoranza parla, l’intelligenza tace”. È questo il primo pensiero che mi viene in mente leggendo, Sig. Ciangherotti, le sue solite offensive e deliranti farneticazioni. Visto che parrebbe rivolgersi soprattutto al sottoscritto, vorrei ricordarle, per chiarezza d’informazione, che ho 30 anni da poco compiuti, non ho mai partecipato alla vita politica della città prima delle amministrative del 2010 e che sono membro nonché presidente di un circolo che fa riferimento ad un partito nazionale, alleato del Partito Democratico, ma non certamente suo succube ne tanto meno suo “braccio armato”.

Lei parla di proverbi cinesi, ma io le suggerisco di lasciare perdere le lingue straniere, piuttosto di prendere qualche ripetizione di lingua italiana poiché sembrerebbe incapace di comprendere il senso di un discorso fatto nella nostra lingua. Noi vogliamo le sue dimissioni e questo non solo glielo confermo, ma glielo ribadisco pure, ma questo non certo perché come lei sostiene…”ha rifiutato ogni compromesso con i vecchi mestieranti della politica a loro (cioè noi Idv) tanto vicini”, ma per il semplice fatto che la sua conduzione dei servizi sociali, detto con termini da “giustizialista e orrido dipietrista”, fa “schifo” e i suoi comportamenti, che si rispecchiano come sempre nelle sue parole, ancora di più.

Risultano poi davvero ridicoli i suoi continui attacchi che ci indicano come corresponsabili di presunte scelte sbagliate della passata amministrazione: se ne faccia una ragione, non c’eravamo e quindi non abbiamo nessuna responsabilità o colpa.

Si ricordi comunque che a livello democratico lei non ha nulla da insegnare a nessuno, tanto meno a noi e a tal proposito, visto che cita delle cifre, se lo lasci dire, oltre alle ripetizioni d’italiano certamente non le farebbero male anche delle lezioni di matematica. Sappia infatti che i voti raccolti dalla nostra lista sono stati 553 e non 283 come lei sostiene. Pochi?… Forse. Non sufficienti per entrare in consiglio comunale?… Purtroppo si, ma in fin dei conti, sempre superiori ai suoi che, se non lo ricordasse sono stati la bellezza di “zero”. Non ci crede? Vuole smentire? Controlli pure, vada a vedere quanti cittadini hanno espresso un parere positivo sulla sua persona accordandole il loro voto.

In conclusione le dico una cosa: se proprio vuole chiedere scusa alla città di Albenga lo faccia pure, ma per quello che ha fatto e detto fin qui, nel corso del suo mandato. Tanto per rinfrescarle la memoria provo a farle qualche esempio. Ricorda gli aumenti su tutti i servizi sociali voluti da lei dopo aver lungamente in passato predicato la loro completa gratuità? Ricorda il suo sostegno alle proposte di istituire i distretti a luci rosse ad Albenga, fulgido esempio di coerenza con i principi cattolici a lei tanto cari? Ricorda le sue “corbellerie” storiche su Napoleone amico della chiesa? E qui, se lo lasci dire, se non vuole leggere dei libri, attività magari stancante, almeno guardi qualche bel film in costume, almeno in futuro eviterà di fare, storiograficamente parlando, altre “figuracce”. Io le suggerisco il “Marchese del Grillo, vedrà che anche lei ne comprenderà l’ironia.

Siamo sicuri che tutte queste cose resteranno a lungo impresse nella memoria dei cittadini ingauni.

La smetta quindi di sentirsi “unto dal Signore”, faccia un bel bagno di umiltà, si vergogni e si dimetta immediatamente: è l’unico modo che ha per fare qualcosa di utile per Albenga.

* Vincenzo Munì – Presidente Circolo Italia dei Valori Albenga