Approvata oggi dal Consiglio regionale ligure all’unanimità la modifica normativa, con carattere di urgenza. Gli ex lavoratori esposti all’amianto che hanno subito la revoca del trattamento pensionistico da parte dell’Inps, poiché l’Inail non riconosce loro i requisiti per la pensione, potranno accedere al Fondo regionale di garanzia istituito presso la Filse per ottenere i primi tre mesi di pensione, in attesa che la vicenda venga definitivamente risolta con una normativa nazionale. Lo stabilisce la nuova legge regionale, proposta dall’assessore alle politiche del lavoro Enrico Vesco, e approvata all’unanimità questa mattina in Consiglio regionale.

Dopo le proteste degli ex lavoratori dell’Ilva nell’aula regionale a febbraio, il Consiglio, con l’approvazione unanime di un ordine del giorno (primi firmatari Sergio Scibilia, Pd e Gino Garibaldi, Pdl) aveva posto le basi per arrivare a una soluzione del blocco pensioni per l’esposizione all’amianto.

Il disegno di legge “Ulteriori modificazioni alla legge regionale 1 agosto 2008, n. 30 (Norme regionali per la promozione del lavoro)” modifica l’articolo 1, e prevede che i lavoratori che, avendo presentato domanda di pensione usufruendo dei benefici di cui all’articolo 13, della legge 257/1992 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, che non avevano ancora ottenuto il riconoscimento dei benefici, possano accedere al fondo regionale istituito presso Filse per la liquidazione dei primi tre mesi. La legge è stata dichiarata urgente.

L’art. 49 della legge 30/2008 (Interventi a favore di lavoratori in mobilità o in cassa integrazione straordinaria), ora esteso anche agli ex lavoratori esposti all’amianto in possesso di determinati requisiti, prevede che la Regione, tramite il Fondo regionale di garanzia, intervenga per ridurre le difficoltà economiche dei lavoratori residenti sul territorio ligure, posti in lista di mobilità o assoggettati al trattamento straordinario di integrazione salariale ai sensi della legge sulla cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, attuative di direttive della Comunità Europea, avviamento al lavoro e alle disposizioni in materia di mercato del lavoro.

Dichiarando il voto favorevole della Lega Nord, Edoardo Rixi ha ricordato: «È un provvedimento tampone, ma è un primo segnale di vicinanza ai pensionati. Abbiamo contattato i nostri esponenti a Roma per sollecitare un provvedimento generale».

Gino Garibaldi (Pdl) ha aggiunto: «Il problema amianto riguarda anche la salute di questi ex lavoratori: a maggior ragione questo provvedimento va fatto lavorando insieme, maggioranza e minoranza. Anche il Pdl nazionale sta lavorando in questa direzione». Esprimendo il parere favorevole del Pd, Giancarlo Manti (presidente della V Commissione cultura, formazione e lavoro) ha sottolineato: «In una settimana siamo riusciti all’unanimità ad integrare la legge, un’azione di civiltà verso le persone che si sono rivolte a noi per ottenere una prima risposta. Con questa modifica saniamo una situazione molto difficile: è una prova di buon servizio reso alla collettività».

«Purtroppo è una soluzione provvisoria – ha detto Ezio Chiesa (Gruppo Misto) – ma non tocca a noi dare la soluzione definitiva: è necessario che il Governo intervenga in tempi rapidi». Marco Melgrati (Pdl) ha ricordato che sono ancora bloccati anche i riconoscimenti dei lavoratori marittimi esposti all’amianto e ha sollecitato l’intervento della Giunta. A favore del provvedimento si sono espressi anche: Nicolò Scialfa (Idv), Matteo Rossi (Sel), Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) e Marco Limoncini (Udc).

Dopo aver ringraziato i commissari per aver accelerato l’iter del provvedimento e aver lavorato in modo unitario, l’assessore alle politiche del lavoro Enrico Vesco ha detto: «La Liguria sta ponendo grande attenzione ai lavoratori in difficoltà, un dramma sociale sempre più evidente. Estendiamo anche a voi – ha detto rivolgendosi ai pensionati presenti in aula – un beneficio già studiato in un momento di grande difficoltà economica per dare sostegno a chi non percepisce entrate da più di tre mesi. Non è stato facile estendere quel diritto, ma abbiamo cercato di dare una risposta concreta e immediata. Il Consiglio regionale sta mostrando forte compattezza: spero sia un segnale per fare in modo che chi ha la possibilità di rispondere definitivamente lo faccia al più presto».

Il presidente della Giunta Claudio Burlando ha sottolineato: «La grande disponibilità a esaminare la pratica anche fuori dai tempi previsti da parte dei consiglieri. Occorre un atto del Parlamento e del Governo per riconoscere il diritto alla pensione, anche dopo la scadenza prevista dalla legge. Sarebbe meglio avere una norma più garantista che non indicasse precise scadenze, per evitare in futuro il ripetersi di situazioni come questa. Questo provvedimento deve dare una giusta soluzione. Fa tristezza vedere che a seconda del posto in cui uno ha lavorato, ha o non ha riconosciuti i suoi diritti. Si tratta di una discriminazione molto grave. Questo atto ci rende più vicini al mondo del lavoro, oggi in grande difficoltà».