di Roberto Melone – La depurazione per l’estremo ponente savonese è assolutamente indispensabile e i ritardi accumulati dalla politica per la sua realizzazione sono vergognosi. Vanno però messi in evidenza alcune altre questioni fondamentali.

Prima di tutto è evidente che la discussione in corso non è su questioni tecniche, economiche, finanziarie, insomma sulle questioni concrete, ma è tutta interna allo scontro tra opposti schieramenti che nulla ha a che fare con l’interesse generale e il Bene Comune.

Seconda questione: lo abbiamo detto nel 2007, quindi non oggi, quindi in tempi “non sospetti”: così come è concepito sotto il profilo economico/finanziario, il depuratore ingauno si abbatterà sulle tariffe dei savonesi in modo pesante. Esso verrà infatti costruito e gestito da una società che avrà il socio privato con una quota dell’80%. E questo in netto contrasto con quanto hanno espresso le cittadine e i cittadini savonesi che hanno firmato “in massa” (15.000 firme) il referendum in difesa dell’acqua bene comune e per la gestione pubblica dei servizi idrici.

Abbiamo proposto nel 2007 una strada diversa che era quella di escludere il privato e di procedere alla costituzione di un’Azienda Speciale Consortile (soggetto di diritto pubblico) tra i comuni del ponente che, sia attraverso un accordo con banche di credito cooperativo sia attraverso la fiscalità generale, procedessero verso il finanziamento dell’opera e la sua realizzazione.

Terza questione: non mettiamo in discussione la valenza tecnica del depuratore, salvo che rimane un dubbio sulla necessità di costruirlo interamente interrato con un notevole aumento dei costi, e men che meno le scelte energetiche che si vogliono adottare. Quello che è in discussione e contro il quale ci batteremo con tutte le nostre forze è la privatizzazione di fatto del depuratore ingauno che apre la strada alla possibile privatizzazione dell’intero servizio idrico della nostra provincia. Le cittadine e i cittadini savonesi sapranno come rispondere a questa politica, anzi, hanno già risposto firmando i referendum sull’acqua pubblica e risponderanno ancora di più andandoli a votare la prossima primavera.

Intanto, come Comitato Referendario Savonese “2 Si per l’Acqua Bene Comune” distribuiremo domani, sabato 12 marzo, 10.000 volantini in tutti i comuni interessati dall’opera in questione (Albenga, Villanova d’Albenga, Garlenda, Cisano sul Neva, Ortovero, Laigueglia, Amdora, Testico e Stellanello), con i quali informeremo le cittadine e i cittadini sulla situazione e con i quali li metteremo in guardia dalle conseguenze della privatizzazione della depurazione nel ponente savonese.

* Roberto Melone – Comitato Referendario Savonese / “2 Si per l’Acqua Bene Comune”