Grande attesa ad Albenga per lo spettacolo “Nome:Fabrizio Cognome:De Andrè”, opera prima di Gino Rapa dei Fieui di caruggi, che si presenta come la novità più attesa della rassegna teatrale La riviera dei teatri. Dopo il grande successo del debutto al Teatro Casone di Ortovero, con ovazione finale, anche ad Albenga tutto esaurito con largo anticipo sulla data della rappresentazione, che avrà luogo lunedì 14 marzo al Cinema Teatro Ambra. Oltre cento persone sono in lista di attesa nella speranza che si possa liberare qualche posto all’ultimo momento. Tra il pubblico, molto probabilmente, ci sarà Pepi Morgia, grande amico di Fabrizio De Andrè e regista dei suoi spettacoli, nonché curatore della mostra organizzata lo scorso anno a Palazzo Ducale di Genova in onore del cantautore genovese. “Nome: Fabrizio Cognome: De Andrè” potrebbe diventare il caso teatrale dell’anno e interessare circuiti nazionali.

Nelle intenzioni dell’autore lo spettacolo vuole essere un omaggio all’umanità di Fabrizio De Andrè, presentato non tanto come personaggio pubblico, ma come uomo, con le sue debolezze, i suoi sogni ed i suoi compromessi. Scorrono innanzi agli spettatori gli episodi più significativi della vita dell’indimenticato Faber: la sua amicizia infantile con la piccola Nina (di Ho visto Nina volare), il grande amore per Dori, la giovinezza spensierata con Paolo Villaggio ed il dramma del sequestro. Marisa Fagnani e la sua chitarra sottolineano i momenti più suggestivi con le melodie di Faber, regalando emozioni intense. Non a caso è stata scelta una voce femminile per interpretare le canzoni di Fabrizio De Andrè. Nello sviluppo dello spettacolo rappresenta l’ispirazione musicale e la coscienza del cantautore.

Mario Mesiano, regista e protagonista dell’opera, è rimasto immediatamente colpito dal testo: “Al di là dell’amicizia che mi lega a Gino Rapa mi sono sentito subito coinvolto fin dalla prima lettura del copione: è una narrazione che passa dai toni delicati e nostalgici a quelli comici o drammatici con una straordinaria delicatezza, accompagnando lo spettatore in una sorta di percorso magico. Al termine sembra di percepire dal pubblico un “peccato che sia finito”. Mi è capitato di commuovermi realmente durante le prove e questo, per un attore professionista, è segno di una grande partecipazione emotiva”.

La scena, abbastanza scarna, vuole sottolineare l’essenzialità dei temi cari a De Andrè. Al centro del palcoscenico una pianta d’ulivo rappresenta la terra ligure e fa risaltare l’amore di Fabrizio per la campagna ed il suo mondo fatto di cose semplici e di sentimenti veri. Il tavolino da osteria è, di volta in volta, il punto di incontro con Villaggio o con Dori oppure il povero desco del sequestratore sardo. Il cast è completato da Giorgio Caprile, Sabrina Bonanato, Carla Migliardi, Nando Rizzo.