Nel novembre 2010 il Comitato Federale SEL di Savona ha approvato una posizione politica nella quale è stato espresso, sul progetto presentato da Tirreno Power, un giudizio negativo basato su ragioni motivate, lavorando in modo responsabile e attento, aprendo confronti e affrontando oggettivamente i problemi nelle diverse sedi, dal Consiglio Regionale ai Circoli Territoriali.

Ritenevamo e riteniamo necessario costruire un rapporto di confronto e di collaborazione tra il territorio e il sistema produttivo e imprenditoriale con un approccio culturale diverso. In questi mesi abbiamo evidenziato la necessità di una valutazione complessiva della situazione e la proponiamo ai soggetti che hanno la responsabilità di decidere e di incidere nel tavolo di confronto aperto.

Siamo convinti che la partita sull’ampliamento della Centrale Termoelettrica Tirreno Power si stia svolgendo in un campo “drogato” che non tiene conto di fattori fondamentali come il contesto generale e il percorso storico.

In questi mesi abbiamo già espresso preoccupazione e dissenso sul fatto che un’ opera di tale impatto non sia stata messa in relazione con tutti gli altri pesanti interventi attualmente in corso di realizzazione sullo stesso territorio (nel raggio di circa un chilometro) come la piattaforma Maersk ed il centro logistico Nordiconad, valutandone quindi l’impatto ambientale complessivo. Questo anche in ragione della situazione attuale, rilevata attraverso i dati ufficiali di ARPAL e Regione Liguria, che evidenziano come nel distretto di Savona / Vado L. / Quiliano esistano una criticità e una condizione di limite soglia, in particolare per le polveri sottili.

Per questo ci pare inaccettabile che Ministeri come quelli dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente (responsabili di una totale assenza di programmazione strategica e incapaci di essere garanti credibili del rispetto delle regole e norme emesse da loro stessi) non si assumano la responsabilità prioritaria, prima di ulteriori decretazioni ministeriali, di dare certezza che siano state rispettate ed ottemperate tutte le condizioni precedentemente previste.

Altresì riteniamo inammissibile la posizione assunta dall’Unione Industriale di Savona; un sistema economico produttivo serio non può sostenere i “desiderata” delle singole aziende /attività senza giocare un ruolo equilibratore, senza assumere una funzione di indirizzo che sia compatibile con la condizione oggettiva del territorio che ospita gli insediamenti presenti e futuri.

Pensiamo che le istituzioni regionali e provinciali debbano svolgere il ruolo di soggetto referente nella valutazione complessiva di sostenibilità ambientale e sanitaria, anche in riferimento alla responsabilità assunte con l’autorizzazione agli insediamenti sui propri territori.

Anche le Amministrazioni Comunali, seppure con le loro posizioni di critica e di dissenso, non devono abbandonare il campo, ma essere al tavolo del confronto in rappresentanza degli interessi delle comunità amministrate.

Il rischio che stiamo correndo è quello che si ipotechi, in modo ulteriormente critico, un territorio, in una logica di ricatto tra occupazione e investimento possibile e che, dopo anni di graduale miglioramento della condizione della Centrale (supermanto combustibile ATZ, blocco combustione olio combustibile, metanizzazione due gruppi, ecc. ), si stia invertendo la tendenza in modo pesantemente negativo.

SEL è consapevole della crisi economica, occupazionale ed ambientale che interessa la nostra Provincia ed il comprensorio Vado L. / Quiliano e ritiene doveroso che una forza politica sia realista e si attenga a dati e analisi oggettive.

SEL ritiene che sia essenziale programmare, accanto allo sviluppo economico del territorio, un progressivo e stabile miglioramento della qualità dell’aria e non limitarsi a gestire le emergenze e gli eventi critici che, di volta in volta, si presentano.

Per questo SEL invita, nuovamente, le Istituzioni ad aprire un tavolo di confronto dove le esperienze storiche, le analisi complessive e le condizioni oggettive siano parte fondamentale del confronto.

Resta la nostra incomprensione e contrarietà verso un progetto di ampliamento a carbone, soprattutto quando questo segue strade procedurali confuse e non sempre condivisibili che perseguono, però, sempre lo stesso risultato: quello di portare i livelli di scelta e di decisione sempre più lontano da quei territori che devono poi ospitare e sopportare i pesi delle scelte stesse.

* Coordinamento Provinciale SEL