[fp] – Se il decreto governativo cosiddetto Milleproroghe aveva salvato dallo scioglimento la società partecipata EcoAlbenga – della quale il Comune detiene la maggioranza (52%) – aprendole la possibilità di concorrere al bando per la riassegnazione del servizio di nettezza urbana cittadino, a pochi giorni dalla gara nuovi problemi sono arrivati da uno dei soci privati, la Green Holding (28%).

Sulla testa dell’ex amministratore unico, l’imprenditore Giuseppe Grossi soprannominato “il re delle bonifiche ambientali in Lombardia”, pende infatti un procedimento giudiziario avviato alla fine del 2009 per l’affaire della bonifica dell’area Montecity-Santa Giulia a sud di Milano. Pesanti i capi d’accusa: associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, fatture gonfiate, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio, corruzione. Una giravolta di illegalità, insomma, che avrebbe garantito di rastrellare fondi neri per oltre 20 milioni di euro. Formalmente dimessosi dalle cariche, Giuseppe Grossi avrebbe comunque continuato di fatto a mantenere la sua influenza nei giochi societari, tirandone le fila anche nei mesi successivi.

Situazione ingarbugliata, l’affaire ha finito per proiettare le sue molte ombre anche fuori dai confini lombardi, dov’è germogliato. Le ripercussioni indirette ad Albenga si sono avute solo in queste ultime settimane e giorni; dopo la mancata presentazione da parte della Green Holding della certificazione antimafia richiesta dal Comune in vista del bando, mercoledì la Giunta Guarnieri ha formalizzato con una delibera la decisione della rescissione anticipata del contratto di servizio con EcoAlbenga. Il sindaco ha sospeso la gara d’appalto; “nel prossimo anno e mezzo dovremo organizzare il sistema in modo diverso da adesso e bandire un nuovo concorso per trovare finalmente un nuovo gestore”, dice, e in questa fase di transizione il servizio di raccolta urbana dei rifiuti sarà affidato probabilmente alla Servizi Ambientali S.p.A. di Borghetto.