di Maurizio Natoli – Alla WunderKammer di Palazzo Oddo domenica 27 Marzo alle 21:15 Riccardo Zegna presenta, nell’àmbito della rassegna ‘A Cadenza Quindicinale’ il suo nuovo CD ‘Monk-a-ning’, dedicato alla musica di Thelonius Monk.

Arriva puntuale, per buona parte degli Artisti, il momento in cui si devono pareggiare i conti con i propri maestri.

Questo succede per i motivi più disparati, vuoi la ricerca di nuovi stili, vuoi l’esigenza di codificare nuovi rapporti con materiale magari già in repertorio (e quindi entrato a far parte del proprio linguaggio), oppure semplice omaggio al genio di qualcuno che riteniamo aver influito prepotentemente sulla nostra crescita personale.

Tutto questo può accadere negli àmbiti più disparati, la cosa non tocca soltanto l’arte della Musica, ma più in generale tutte quelle espressioni del genio creativo.

Talvolta questi ‘omaggi’ sono espliciti, qualche volta invece le suggestioni, le frasi che sono diventate parte integrante del nostro lessico – magari perchè particolarmente pregnanti nel momento della formazione accademica, o magari per ritorni che potremmo definire ‘ciclici’ e dunque tappe obbligate – riemergono prepotenti, e di questo si diventa consapevoli solo dopo un’ attenta analisi.

In questo caso parliamo però della prima ipotesi, quella in cui un Artista rende un omaggio che reputa ‘doveroso’ nei confronti di un suo Maestro.

Succede spesso che il pubblico non si renda conto di quanto abbia influito uno stilema o una frequentazione di un particolare ‘modello’, proprio perchè il grande artista (e Riccardo Zegna può essere annoverato tra i grandi) appare sempre sé stesso, nonostante il tributo doveroso verso i suoi maggiori.

Adesso Riccardo ha deciso di dichiarare il suo amore per un pianista/compositore che sfugge alle definizioni (così come sfuggono le sue strane elucubrazioni armoniche) il cui senso non compare nella partitura, ma trova il suo luogo naturale nella strategia con la quale organizzava il suo modo di suonare, a seconda del feedback che gli arrivava dal pubblico o dal momento psicologico.

Riccardo rende l’omaggio doveroso, dicevamo, ma la lezione non è ripetuta pedissequamente, suona Monk come lui sente di suonarlo, di certo non alla ricerca della filologia quanto della filosofia soggiacente alla composizione.

Chi conosce il carattere di Zegna sa che certamente non ha le idiosincrasie che caratterizzavano il ‘Monaco’, il suo suonare è più fluido, più morbido, il suo mondo è fatto da persone che lo stimano e lo amano, i suoi sensi si nutrono dei colori e dei sapori del territorio tra Liguria e Piemonte (tutte cose che traspaiono nelle sue composizioni, alle volte anche nei titoli) insomma è Italiano, e questo certamente non ne limita, anzi ne accresce la sensibilità, che nel suo caso non sarebbe piaggeria definire ‘straordinaria’.

Riccardo sta sul palco come se ci fosse capitato per caso, anzi sta nella vita come se ci fosse capitato per caso, la sua dimensione vera è l’Arte, nel senso più ampio del termine.

È interessato all’essenza di ciò che suona, preferisce piuttosto demolire il castello di carte per mostrare a chiunque quale sia il progetto, senza gelosie, e davvero le cose se mostrate da lui sembrano semplici, addirittura ovvie, ma quando arriva il momento di fare… beh, tutto cambia!

Sono particolarmente orgoglioso di ospitare ancora una volta Riccardo Zegna alla WunderKammer, ancor più di averlo in anteprima per la presentazione del nuovo CD, sempre comunque lieto ed onorato di rivederlo e di poterlo riascoltare.

* Maurizio Natoli – Collaboratore Palazzo Oddo e responsabile Associazione InMostLight