Venerdì 8 aprile alle ore 16,30, presso la civica biblioteca “Simonetta Comanedi” di Albenga, si terrà la presentazione del romanzo di Nerina Neri Battistin (Centro Editoriale Imperiese), a titolo “Alla malafoera. Navigare oltre i Capi, negli Oceani infiniti”. Presente l’autrice, interverranno Giustino Languasco ed Emanuele Saracini.

di Patrizia Valdiserra“Sognò di essere leggera come il vento, di sfiorare le onde come fanno i gabbiani, giovane, gioiosa; la piccola città dove era nata era là alle sue spalle e forse l’aspettava, ma lei stava navigando verso l’infinito”. Questo, un passo tratto dal romanzo di Nerina Neri Battistin, e, davvero, è come vivere una fiaba quell’incessante tener dietro alla bianca scia d’una nave che solchi il mare, le vele abbacinate nel sole, rapide di vento, il sartiame teso, la prua volta all’Oceano sconfinato e vasto, come solo può essere l’animo d’una donna. Donna che ami forte la vita e forte desideri sperimentare. Si delinea così, man mano, il ritratto di Rachele Salvo, creatura equorea, di vento e sale, spirito indomito che seppe trovare nelle vaste distese d’acqua una dimensione propria, lei stessa palpito di vita in quel grembo liquido, che ancora sa la calma piatta, come la furia dell’onda che s’infrange allo scafo; la sferza del vento che squarcia le vele angoscioso gemendo tra i cordami e gli alberi. Rachele Salvo, donna portorina, selvaggia e scabra come la macchia a picco sul mare, oltre la casa, sulla cima del Parasio.

Ella, creatura di scoglio e zolla, che fiduciosa volle affidarsi al mare, alla sua mutevolezza, alla sua quiete d’albe germinate nelle piene di luna che vestono di madrepora il candore di vele languide nella bonaccia della mezzanotte, seguendo impavida il marito lungo le rotte che doppiarono i Capi Horn e di Buona Speranza. E nel far scalo a terre nuove, nell’incessante salpare a riprender la rotta, un crocevia d’esistenze varie, di visioni altre del mondo, straordinaria opportunità d’incontri e legami nuovi a divenire lei creatura integra e volitiva. Ed è un’ansia di orizzonti quella che l’induce a navigare, a tenere, tenace, la rotta del Paolina, stretta al fianco del marito amato e libera essa stessa, alga asteria di quel mare vasto a illuminar la notte dei suoi fondali. Era il 1901, una tiepida giornata di maggio, allorché il Paolina prese il largo con lei a bordo, lei che “leggera e aerea, immaginava di volare sulle onde del mare”.

E in lei, Rachele Salvo, davvero avviene di cogliere quell’istintiva, sottile attrazione per ciò che è estraneo; la misura inconsapevole della distanza che separa da realtà sconosciute; la sfida al confronto, alla relazione, all’incontro amichevole e sorriso. Così, nel valicare quegli orizzonti, che l’entusiasmo fa più vicini, riposa antica metafora dell’esistenza. In essa, la piena accettazione della perdita che s’abbraccia a promessa di conquista e speranza di ritorno e inquieto abbandono a ciò che è ignoto, celando il lato magico e buono delle cose, che solo si disvela, inatteso, a chi davvero voglia vedere. Orizzonti, quelli varcati, simbolo d’arcane nostalgie; desiderio di soglie nuove e inesplorate, superamento d’infiniti ostacoli che la vita frappone al nostro incessante divenire. E in quell’ansia di viaggio, al modo di Odisseo, insoddisfatto e bramoso di conoscere, l’ansia legata all’ineffabile essenza della vita, a quell’istinto primordiale, misterioso e lancinante, nel quale sempre ripullula col frangente quel desiderio d’una pienezza dell’essere, che la ragione talora scopre illusoria, tuttavia ineludibile.

Ecco gli orizzonti di Rachele, intemerata sfida a quel rischio che solo può dare l’illusione d’imprimere alla nostra vita uno slancio costruttivo, dimentichi, per un istante, di quel sentore amaro del nulla che a tratti ci afferra e preme. Rachele Salvo, sete inesausta d’essere e andare, qualunque fosse il rischio, qualunque il prezzo da pagare…In fondo, ognuno ha il modo suo proprio d’essere, e Rachele, era così, creatura di zolla e scoglio al tempo stesso, anima inquieta, desiderosa d’esperire.

Del resto, infinite le vie che schiudono le porte d’una consapevolezza, consentendo all’individuo di realizzare pienamente la propria natura. Alcune prevedono lunghe distanze e prolungate assenze. Altre impongono lo stare fermi, ancorati ad un luogo, lasciando libera l’anima di vagare.

Pure, giova quel respiro pieno e largo a dilatare il petto, che s’apre scrutando l’orizzonte perso allo sguardo in azzurre lontananze, la vastità del mare, le sue architetture d’acqua campite di cielo, che assumono il colore intenso e fondo d’uno smeraldo, come del piombo livido di nubi, talora basse sull’orizzonte.

Rachele Salvo volle seguire il sentiero suo proprio, sentiero liquido, d’azzurro e sale, lungo il quale esperire la natura profonda del suo essere donna di mare, terra fertile d’amore e comprensione, zolla cui affidare il seme della tolleranza e dell’accoglienza sorrisa di ciò che è altro da sé, consapevole che vita è come una lunga traversata, in balia dei venti e dei marosi, a governar il breve legno che ci conduce, a tener la rotta, le mani salde sul timone, lo sguardo spalancato e terso ad est, là, dove sorge il sole.

* Patrizia Valdiserra – Direttore della biblioteca civica “Simonetta Comanedi” di Albenga

Nerina Neri Battistin – Nota biografica. Nata a Belluno, insegnante, con la famiglia vive ad Imperia da oltre quarant’anni. Si dedica alla scrittura e al teatro, sua grande passione fin dall’età giovanile. Ha pubblicato una serie di romanzi, saggi e racconti per bambini, tra i quali: Cuore sereno, Il cantastorie, Cose dell’altro mondo, Il complesso linguaggio dei new media, Due donne, Per una lettura divertente, Storia di Ang e Pinc, Roveré della Luna, Affreschi ponentini, Cicchina la rossa, A truna du pesciucan, Checco lo stipettaio, Caro Walter, La violinista, Il gobbo, il mistero della bealera. Tiene corsi di aggiornamento per l’educazione ai e con i mass media e corsi di dizione all’Università della Terza Età di Imperia.