Il Consigliere Regionale Marco Melgrati è stato assolto questa mattina in Tribunale di fronte al Giudice Dott.ssa Russo ad Albenga perché “il fatto non sussiste”. Lo rende noto proprio l’esponente del Popolo della Libertà che dichiara: “l’ennesimo procedimento a mio carico andato a buon fine; ancora una volta è stata accertata la mia onestà, intellettuale e morale, la mia buona fede». Melgrati nel procedimento doveva rispondere di falso e truffa per una questione legata alla sua professione di architetto: in un suo progetto la misurazione di un sottotetto risultava maggiorata, 2 metri e 30 centimetri invece dei 2 metri e 3 centimetri leciti.

«La mia fiducia nella magistratura giudicante è stata ancora una volta ben riposta – ha detto l’esponente del Pdl – è caduta la tesi della Procura di Savona per la quale io non posso mai sbagliare, ma qualunque mio errore deve essere frutto di dolo”. Inoltre, appena mi ero accorto dell’errore, avevo immediatamente sostituito le tavole di progetto, con le misure corrette. Se questo progetto, come altri, non fosse stato firmato da me, penso che non avrebbe attirato l’attenzione della magistratura».

Melgrati ci tiene a rimarcare che «facendo il professionista in campo edilizio è facile incorrere in errori, ma quando questo è commesso da me scatta subito la presunzione di colpevolezza; io lo giuro su quello che ho di più caro che questo, come l’altro errore su un altro sottotetto per cui sono già stato assolto, e per il quale la procura di Savona è ricorsa in appello, dimostrando così la mia tesi sul “fumus persecuzionis”, sono errori materiali che per altro non hanno portato né danno alla collettività né vantaggio ai miei clienti. Peraltro per questo i lavori non sono mai stati effettuati, e la D.i.a è stata rilasciata su progetto simile al mio di un altro professionista, dopo che il mio cliente aveva venduto l’operazione».

«Ero un poco preoccupato per la concomitanza della lettura della sentenza con la data del 1° di aprile, temevo un “pesce d’aprile”! Anche per la questione del Grand Hotel ho piene fiducia nella magistratura giudicante; verrà assodato che le delibere, approvate in linea tecnica, non sono mai delibere che avvallino comunque un intervento e lo approvano…una delibera in linea tecnica è un atto amministrativo che esprime il gradimento della Giunta in questo caso ad una modifica del progetto, demandando poi a tutti gli atti necessari a approvare questo progetto, quindi Concessione Edilizia in variante e modifiche alla convenzione. Inoltre, tutte le delibere assunte in linea tecnica avevano la preventiva approvazione-avvallo del consulente legale, l’avv.to Alberti, a cui venivano sottoposte preventivamente “sempre”; non voglio tornare ancora sul presunto reato di concorso morale in abuso edilizio; ho già detto e scritto troppo».

L’esponente del Popolo della Libertà che si dice compiaciuto per l’esito del processo conclude: «Grande soddisfazione perché è stata riconosciuta la mia assoluta buona fede. Ringrazio il mio Avvocato difensore Franco Vazio con me sempre vincente, che ha mantenuto l’imbattibilità con i procedimenti a mio carico; l’unico Suo neo è che è comunista». «Dispiace per i miei detrattori e per gli avversari politici, in primis la lista dello Smemorato di Montalcino che è il candidato scelto e appoggiato dai compagni del Pd di Alassio, che ancora una volta ha dovuto trovare un candidato ondivago perché non hanno il coraggio di “metterci la faccia”. Ancora una volta non lo potranno usare contro di me in campagna elettorale», conclude il Consigliere Regionale Pdl Marco Melgrati .