Sfiora quota 300 milioni l’incasso della lotta all’evasione in Liguria nel 2010. La riscossione relativa alla complessa attività di contrasto all’evasione segna un progresso del 21,5% rispetto ai valori del 2009, al netto del recupero degli aiuti di Stato realizzati in quell’anno (284 milioni di euro contro 223 milioni). Si affina l’utilizzo del redditometro e delle indagini bancarie, e migliorano i risultati ottenuti con questi strumenti.

I dati sulla riscossione – La somma riscossa deriva in buona parte (165 milioni) da versamenti diretti, vale a dire dall’adeguamento dei contribuenti a quanto richiesto dal fisco a seguito di controllo, mentre i restanti 119 milioni sono stati ricavati da attività di riscossione attraverso ruoli, relativa quindi a “vecchi” debiti col fisco divenuti definitivi.

Le indagini finanziarie e il redditometro – Tra gli strumenti di accertamento, il redditometro è stato utilizzato su 2.150 accertamenti per verificare la corrispondenza tra reddito dichiarato e consumi, per una maggior imposta accertata di 24 milioni (+12% rispetto al 2009). Cresce la percentuale di adesioni agli accertamenti effettuati con questo strumento, che passa dal 31,2% al 47,6% del totale. Vola la maggior imposta definita, che supera i 7 milioni di euro, con un incremento del 70% rispetto all’anno precedente. Boom dei risultati ottenuti con le indagini finanziarie, che hanno consentito di accertare una maggior imposta pari a 31 milioni di euro (+80% in più rispetto al 2009). Da notare che il 59% di questi accertamenti, che si avvalgono di controlli sui conti bancari dei contribuenti, si sono già chiusi con l’accettazione totale o parziale delle richieste del fisco.

Distribuzione dei versamenti diretti per tipologia di controllo – È significativo rilevare la notevole adesione dei contribuenti ai vecchi e nuovi strumenti deflativi del contenzioso: dei 165 milioni di versamenti diretti, ben 50 milioni sono stati riscossi con modello F24 a seguito di accertamenti con adesione, mentre altri 64 milioni provengono da acquiescenza, conciliazioni o altre forme di definizione. Tutto ciò attesta la buona qualità dell’azione accertatrice svolta in Liguria.

Gli accertamenti – L’azione di controllo costante e capillare sul territorio si è concretizzata nel 2010 con quasi 26mila accertamenti ai fini delle imposte dirette, Iva e Irap, per una maggior imposta accertata di 663 milioni (+33% rispetto all’anno precedente). Sono stati eseguiti 64 accertamenti ad imprese con fatturato superiore ai cento milioni di euro, 368 accertamenti ad imprese con fatturato compreso tra cinque e cento milioni di euro, mentre 9.601 accertamenti hanno riguardato imprese con fatturato inferiore o lavoratori autonomi ed infine 15.777 accertamenti sono stati operati nei confronti di persone fisiche.

Le verifiche fiscali e i controlli esterni – Sono state 410 le attività di controllo esterno (verifiche, ispezioni ed accessi): di queste 9 hanno riguardato le grandi dimensioni, 77 quelle di medie dimensioni, 287 i soggetti di piccola dimensioni e infine 37 gli enti non commerciali,.

La lotta alle frodi – Grande attenzione dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate della Liguria alle frodi fiscali: i 26 controlli effettuati hanno accertato una maggiore imposta IVA dovuta pari a quasi tre milioni di euro, un maggior imponibile ai fini delle imposte dirette e dell’Irap di 11 milioni di euro.

“Questi dati – afferma il direttore regionale delle Entrate, Franco Latti – dimostrano che i controlli devono crescere non tanto in capillarità ma in qualità ed efficacia. Migliora progressivamente l’utilizzo degli strumenti che abbiamo a disposizione, in particolare del redditometro e delle indagini finanziarie, che mai vengono adoperati alla cieca ma sempre con dovizia e cognizione di causa, cercando di colpire laddove si annida davvero l’evasione. L’attività del 2011 si annuncia se possibile ancora più proficua, grazie all’integrazione delle banche dati dell’Agenzia delle Entrate e alla partecipazione dei comuni all’attività di prevenzione e contrasto dell’evasione”.