Pellegrino Artusi e la sua “Italia unita” a tavola

“Non si vive di solo pane, è vero; ci vuole anche il companatico, e l’arte di renderlo più economico,  più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di soddisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella (Artusi) ce ne dà i precetti” (Olindo Guerrini, 1896)

di Patrizia Valdiserra – Arte sinestetica, quella della cucina, il cui messaggio si veicola attraverso una varietà di sapori, aromi, sensazioni tattili e visive, financo sonore, come quelle prodotte dalle stoviglie nell’acquaio, dal tinnire di posate contro la bianca porcellana di piatti e vassoi, contro la vitrea trasparenza di calici e bicchieri; dal sobbollire di vivande ai fornelli, dallo sfrigolare d’olio e d’altri condimenti in padelle arroventate sul fuoco e sapide, come i piatti che impreziosiscono la nostra tavola, declinando quell’arte del mangiar sano, che è predicato d’una cultura e tradizione tutte italiane. Diverse le associazioni che testimoniano d’un crescente interresse per la gastronomia; tra queste, significativo l’impegno profuso dall’Accademia Italiana della Cucina, volto alla riscoperta e alla salvaguardia delle tradizioni regionali del Bel Paese.

Consonante a tale impegno, la conferenza che Roberto Pirino, stimato medico ingauno e appassionato cultore della buona cucina, terrà giovedì 14 aprile, alle ore 17,30, presso la Biblioteca Civica “Simonetta Comanedi”, a titolo “Pellegrino Artusi e la sua “Italia unita” a tavola.”

Tale iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina, contempera un duplice intendimento: quello di celebrare il 150° anniversario dell’Unità italiana, aderendo al contempo alla programmazione della XIII Giornata della Cultura, indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il dott. Pirino, delegato dell’Accademia per Albenga e il Ponente Ligure, nel modo originale che gli è proprio, affronterà la questione dell’Unità d’Italia partendo dall’analisi delle varie ricette e tipicità regionali, attraverso le quali tratteggiare il profilo culturale e gastronomico del Paese.

Da tale exscursus emergerà, come il mosaico di ricette e specialità culinarie, composto da Pellegrino Artusi, nel corso della sua attività di ricerca e collazione, si configuri quale autentica scienza della cucina, nonché straordinaria opera d’impegno civile, tale da istruire gli stessi cuochi nella lingua italiana, da far loro conoscere il patrimonio di tradizioni proprio delle varie regioni, dalla Sicilia al Piemonte, stimolando, attraverso il gusto, un’attenzione al cibo, esperito anche nella sua dimensione patriottica e, finalmente, nobilitato rispetto all’imperante francofilia del tempo.

Così, se pure è vero, con Socrate, che bisogna mangiare per vivere e non il contrario, allo stesso modo importa quella consapevolezza che ci fa riscoprire ingredienti e sapori tali da riannodare i fili di un antico legame tra l’uomo e la terra, tra l’uomo e la storia, consapevoli noi d’essere ciò che mangiamo e di custodire, anche tra le pagine gualcite di un ricettario, la formula che declina l’identità nostra d’Italiani.

* Patrizia Valdiserra – Direttore della biblioteca civica “Simonetta Comanedi” di Albenga

1 Commento

  1. Bello e sicuramente costruttivo,sarò presente,Artusi detto buranèl, è la scienza culinaria per eccellenza,molto stimata da alcuni cuochi di livello nazionale ed internazionale,personaggio molto discusso oggi come nei sui tempi,per i suoi metodi all’epoca innovativi, nel 1881 scrisse il primo manuale gastronomico italiano ancora oggi viene ristampato in moltissime lingue.

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