[Al. A.] – Il consigliere regionale Stefano Quaini risponde in una nota alle dichiarazioni della dottoressa Guerrieri, primario di Anestesia e terapia del dolore degli ospedali San Paolo di Savona e Cairo Montenotte, nelle quali sottolineava l’inutilità dell’ospedale di Cairo, «aperto – a detta della dottoressa Guerrieri – solamente per puro valore elettorale».

Il presidente della Commissione Sanità ha replicato duramente alle illazioni affermando che «Ancora una volta, invece di proporre soluzioni scientificamente valide, si preferisce prendere posizioni incomprensibili, di bassissimo livello e che creano solo confusione nella popolazione. Non accetto simili dichiarazioni da chi non conosce minimamente la geografia della Valbormida e le sue difficoltà di collegamento con la riviera e i principali ospedali della provincia. Mi chiedo inoltre quante volte la dottoressa, visto che le competerebbe in qualità di primario, si sia recata a Cairo Montenotte e se conosca realmente l’importanza del nosocomio ed il valore dei sanitari che quotidianamente prestano la propria assistenza con competenza, fornendo un servizio fondamentale per tutta la valle e rispondendo alle reali esigenze di una popolazione di circa 40 mila abitanti. Meglio sarebbe spendere il proprio tempo a fornire soluzioni adeguate e a stimolare un serio dibattito, certamente opportuno, in maniera tale da aiutare concretamente l’ospedale e i suoi lavoratori a svolgere la propria mission».

La ricetta di Quaini è quella di potenziare, semmai, l’ospedale cairese: «Da parte mia ritengo che tutte le divisioni dell’ospedale svolgano al meglio il proprio compito e l’obiettivo individuato dalla Regione Liguria di rendere sempre più efficace l’assistenza, anche attraverso la costruzione di un nuovo blocco operatorio e la valorizzazione della day surgery multidisciplinare, rappresenta una fondamentale opportunità con valenza per tutta la Asl 2. Il mio scopo sarà quello di lottare sempre per questa struttura, tentando di migliorare le carenze di organico attualmente esistenti e valorizzando al massimo il ruolo del pronto soccorso. Struttura, questa, in grado di assistere più di 10 mila pazienti ogni anno e che, in collaborazione con la radiologia, la medicina, la chirurgia, la dialisi e la riabilitazione, rappresenta una realtà di cui andare fieri ed in cui la “politica” non c’entra proprio nulla. Questo anche perché la salute è un bene di interesse superiore che non dovrebbe conoscere divisioni di schieramento né tantomeno essere terreno di futili diatribe».