L’Assessorato alla Cultura del Comune di Finale Ligure e la Biblioteca Mediateca Finalese organizzano, in collaborazione con le associazioni Baba Jaga, Famidamal, Gli Amici di Babouche e La città del sogno,  la rassegna “Percorsi Teatrali”.

Dice l’assessore Nicola Viassolo: “È un’iniziativa che nasce quest’anno, con l’intento di creare una convergenza e una comune progettualità tra alcune compagnie e associazioni presenti a Finale Ligure, avviando così un modello che possa costituire un esempio virtuoso di collaborazione e condivisione finalizzate alla promozione del teatro come possibilità culturale, educativa e sociale e come ponte tra generazioni”.

Gli spettacoli saranno ad ingresso gratuito e si terranno alla Sala delle Capriate dell’oratorio de’ Disciplinanti di Finalborgo.

Si comincerà domenica 17 aprile, alle ore 17, con “Il viaggio di una goccia”, spettacolo diretto da Maria Grazia Pavanello e interpretato da Stefania Bonora. “È una favola per bambini dai 2 ai 100 anni, che racconta le avventure di una goccia d’acqua. – dicono all’associazione Baba Jaga – Attraverso peripezie, incontri, momenti allegri e momenti dolorosi, si percorre insieme un viaggio che porta a riscoprire la sacralità di un elemento prezioso come l’acqua”.

Il 15 maggio, alle ore 21, Federico Foce e Massimo Ivaldo porteranno in scena “Se l’amore è un sì, sì l’amore è un se”. “E’ un divertente spettacolo teatral-musicale, una delicata miscellanea di canzoni, risate e poesia. – si legge nella presentazione – Cosa sarebbe l’amore se fosse rappresentato “in scala” è quello che cercano di spiegare e di spiegarsi i due artisti, raccontandolo al pubblico attraverso la formula del teatro-canzone. La scala è quella musicale ma è anche quella che li riporta a casa, in cucina, dove i due interpreti mescolano melodie e poesie che sanno incontrarsi e far incontrare uomini e donne. Uno spettacolo che ha come ingredienti le canzoni originali, composte nelle musiche da Federico Foce e nei testi da Massimo Ivaldo, e interpretate da entrambi. Così, prendendo spunto dalle sette note, attraverso rimandi e giochi di parole, i due attori-musicisti raccontano l’amore come “musica da camera … in cucina”.

Il 22 maggio, alle 21, sarà la volta degli Amici di Babouche, interpreti dello spettacolo “Cabaret”, scritto e diretto da Gloria Bardi. Una serie di personaggi comici, paradossali, grotteschi e di altrettanto grottesche situazioni, animano gli sketch di questo cabaret made in Finale: un bagnino talmente timido che non riesce a salvare le persone, gli alberi animati del bosco di Cappuccetto Rosso, un accarezzatore di materassi e piumoni, una signora in giallo uscita dalla pubblicità, un incontro insolito tra lo scopritore dell’America e Asterix, un dottor Zivago disorientato e la colf di Adamo ed Eva. Lo spettacolo si colloca nella tradizione del tempo comico breve, tipica del cabaret, e si vale di giochi di parole, parodie ed equivoci.

Il 5 giugno, alle 21, la Compagnia Famidamal presenterà “C’è un inferno per i grilli?”, per la regia di Vincent Libertine. Un maxi tamponamento porta nell’aldilà diverse persone. Un po’ scossi per la morte appena avvenuta, i poveri umani si trovano catapultati in un non-luogo spiazzante e in continuo cambiamento: chi di loro se lo poteva immaginare pieno di scale, tubi, teli e tute? Non c’è paradiso e inferno, le suddivisioni sono assai più bizzarre e complicate, la varietà del mondo meritava qualcosa di più che un supermercato a tre piani. “Non vogliate sapere di più: la sorpresa è uno dei pochi doni divini che vi è riservato”, dice loro Astaroth, e c’è da credergli. Di lui, stanco morto del suo lavoro di giudice, che delega il proprio compito ad una compagine di diavoli scelti con poca cura e scarso entusiasmo e che desidera solo trasferirsi in campagna per sentire il canto dei grilli, è conveniente fidarsi e farsi guidare in una disincantata analisi dell’aldilà e dell’aldiqua.

Il 12 giugno, alle 21, l’associazione La Città del Sogno porterà in scena “I capricci di una moglie”, per la regia di Domenico Ferreri. Lei è giovane ma bisbetica, elegante ma lunatica, capricciosa e dispettosa e, soprattutto, contraddice per partito preso, quindi anche antipatica e indisponente. La cosa migliore per i genitori è liberarsene al più presto, dandola in sposa ad un uomo, chiunque esso sia.

Il 19 giugno saranno protagonisti della rassegna, che questa volta si sposterà all’Auditorium di Santa Caterina, i ragazzi del Centro Studi Danza con “Se non ballo canto”, spettacolo basato sulle coreografie di Anna Fenoglio e Cristina Dell’Amico (hip hop, moderno, classico). Gli allievi della scuola finalese si esibiranno anche nel canto, guidati da Mattia Inverni.

Il 26 giugno, alle 21, la rassegna si concluderà con “Le opere di Dio”, spettacolo dell’associazione Baba Jaga diretto da Maria Grazia Pavanello e interpretato da Stefania Bonora.

Attraverso il diario del parroco di una piccola comunità e i ricordi di un’emigrata che torna al luogo natio, si rivela la decadenza di una cultura antica che, a cavallo dell’ultima guerra, lascia il posto all’individualismo e alla superficiale corsa alle “cose”, mentre anche la Chiesa non riesce a cogliere il segno dei tempi, rendendosi complice della perdita dei valori della vita contadina. Il monologo della protagonista è tratto da un recente libro sulla storia della parrocchia di Monticello a Finalborgo.