di Mary Caridi – La navigazione della squadra che ha vinto le amministrative ad Albenga non è mai stata così traballante. Tensioni che si agitano sotto le apparenti acque tranquille dei comunicati stampa che magnificano le meraviglie compiute e gli altoparlanti che ci ricordano la “storica” presa del palazzo da parte del centro destra. Esplode con tutta la sua carica di virulenza il  caso Cangialosi, che si già era imposto all’attenzione dei media per l’appello di Messina con lettera dai domiciliari in suo appoggio, risultato poi il più votato della Lega Nord. Da giorni la vicenda della pratica della vendita dell’immobile di proprietà comunale ai suoi famigliari dove abitavano da anni, pratica prima votata e poi ritirata, aveva innescato le polemiche.

Il sindaco cadeva dalle nuvole, dicendo che era tutto un equivoco, poi che non aveva intenzione di avere a che fare con persone entrate in consiglio comunale, per farsi gli affari suoi. Cangialosi, leghista di lungo corso, che tutti ricordano in prima fila al tempo dell’amministrazione Tabbò, a rimproverare l’immobilismo sul caso Ponetelungo e la presenza di  extracomunitari, era un fedelissimo della Guarnieri e nel sentirsi accusato pensava alla sua di pratica urbanistica , quella della casa di famiglia di Bastia  che è finita nelle maglie della giustizia. Ora lo strappo, la rottura ormai certificata dalle parole di entrambi. Ma il caso Cangialosi che si è reso reo – a detta della Lega – di un disimpegno in consiglio comunale che poteva provocare la mancanza di numero legale, risolto poi con il richiamo imperioso a rientrare di Manuel Barbo, non è l’unico elemento di tensione interna alla maggioranza. Lo stesso Manuel Barbo è in posizione critica – a detta di alcuni uomini vicini al pdl –  per via di alcune pratiche che non riuscirebbe  a portare in votazione in giunta e in consiglio. Rientrato, ma pronto a dar battaglia.

Per non parlare della faida che coinvolgerebbe gli uomini vicini a Schneck, e lui stesso, presi di mira da fazioni avverse. Il caso Ciangherotti, mai digerito appieno dal pdl, che non solo si è visto sottrarre un posto di assessore, con la sua nomina da esterno, ma che non vede di buon occhio il suo lungo elenco di esternazioni sui media. Il caso dell’assessore Ubaldo Pastorino, destinato ad essere Vice Sindaco, poi divenuto assessore al bilancio, che  – a detta di voci interne alla maggioranza – era addirittura pronto a fare le valigie e a dimettersi dopo l’approvazione del bilancio, caso poi rientrato. Il caso Pollio, che a seguito di molti distinguo pubblici, ha poi ottenuto “rassicurazioni” ed è rientrato nei ranghi. Altri mal di pancia si dice abbia anche Manlio Boscaglia, ma senza alcuna conferma dal diretto interessato e tanto per non farsi mancar niente la fronda contro Schneck di alcun consiglieri che  ne chiedevano la testa ,  battaglia rientrata per mancanza di numeri per farlo fuori.

La Guarnieri regge lo stress con polso fermo e autorevolezza, ma fino a quando? Tenere a bada le fazioni non è semplice, basta un’assenza e il gioco incrociato delle incompatibilità al voto per mettere in allarme la Guarnieri. Ci sono sul tappeto molti provvedmenti e pratiche che possono creare malumori, dal caso depuratore, Ecoalbenga, pratiche urbanistiche che attendono e nelle quali sono interessati a vario titolo i consiglieri comunali o parenti.

Ora si profila un periodo nel quale il sindaco dovrà tenere conto maggiormente delle istanze dei suoi uomini, il Pdl è in agitazione per fattori interni, ancora commissariato e alla ricerca di equilibri e la Lega se perdesse Cangialosi, si priverebbe di uno dei suoi uomini più conosciuti in città. Ovvio che da parte dei suoi dirigenti si cerchi di buttare acqua sul fuoco, ma la situazione è difficile. Dietro le quinte un regista occulto non si perde una scena: Sasso sa delle difficoltà e si gioca anche lui la sua partita. Sottrarre alla Guarnieri il monopolio del comando unico.

Dunque una situazione delicata, con rischi di implosione interna che non sono poi così azzardati da immaginare, mentre la stessa Guarnieri è costretta a giocare la sua battaglia interna alla lega provinciale, dove anche lì non si sprecano gli attacchi e le beghe. Diceva l’altoparlante per i festeggiamenti del primo compleanno che per il centro destra era stata una vittoria storica, dimenticando che già Mauro Zunino che era diventato sindaco con Schneck, Podio, Vannucci,   erano riusciti nell’impresa di strappare il monopolio amministrativo al centro sinistra, ma l’esperienza  durò poco, chiudendosi  in anticipo l’amministrazione targata centro destra. Ora questa è un’altra storia, ma le polemiche e le tensioni non preannunciano tempi sereni e la Guarnieri dovrà lavorare e mediare per riportae un clima più tranquillo nella sua maggioranza e far rispettare la scelta degli elettori che a lei hanno affidato la conduzione e la guida della città.