Emergenza profughi, Presidente Burlando: no a Cie; Governo inadeguato su scena internazionale

[fp] -«La politica del nostro Governo nei confronti della vicenda del Nord Africa è stata del tutto inadeguata con atteggiamenti di subalternità culturale e politica che hanno fatto perdere al nostro Paese credibilità internazionale». È quanto ha sostenuto il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando nella sua secca replica alle critiche del centrodestra durante l’acceso dibattito in Consiglio sui punti all’ordine del giorno che hanno portato in aula la questione del Cie e dell’accoglienza dei profughi da parte dei Comuni liguri. Respinte dal Consiglio e dalla maggioranza entrambe le mozioni sui Cie presentate dalla Lega Nord e del Pdl.

«La nostra contrarietà ai Cie – ha spiegato il presidente Burlando – resta immutata visto che gli immigrati vengono considerati solo dei clandestini da espellere, ma rispettiamo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la legge regionale ligure contraria ai Cie in Liguria. Ne sono stati fatti dappertutto, tranne che a Ventimiglia. Crearli non spetta a noi, ma al Governo: e se il Governo lo ritiene necessario per risolvere la questione, li faccia. Poi vedremo le reazioni di chi oggi dal governo ci manda gli immigrati e poi distribuisce volantini contro la loro accoglienza».

Secondo Burlando infatti quella che si è aperta dopo le rivolte in Tunisia, Egitto, Libia, è «una vicenda che va al di là dell’accoglienza e richiama questioni di grande spessore. In primo luogo la politica verso il Nord Africa. – ha detto ricordando che, diversamente da adesso, «ai tempi di leader politici come Craxi e Andreotti l’Italia aveva saputo giocare un ruolo nel Nord Africa e nel Maghreb. Quello che viviamo è uno dei livelli più bassi della capacità del nostro Paese di attuare una politica adeguata verso un’area geografica decisiva che sta vivendo un momento straordinario di grande tensione verso la democrazia. E si tratta di una tensione che viene dal basso e non di un progetto importato». «Se si sostiene che coloro che arrivano in questo momento dai Paesi del Nord Africa, dove c’è questo forte fermento per la democrazia, sono soltanto dei clandestini e si pensa ad un rimpatrio immediato, è difficile trovare condivisione con l’Unione Europea. Se si parla semplicemente di clandestini, non si capisce perché gli altri Paesi debbano collaborare per trovare una soluzione. Ritengo occorra riconoscere che siamo di fronte ad un fatto straordinario».

Burlando ha quindi criticato l’Italia, il Governo ed il premier che, ha usato «chiari atteggiamenti di subalternità che hanno minato la credibilità del Paese: «Tutti hanno intessuto rapporti economici con la Libia, ma nessuno ha fornito una platea di ragazze a Gheddafi o ha fatto un baciamano».  Né ha risparmiato le soluzioni fin qui adottate dal governo, additando l’assenza di una linea chiara: «Che senso ha mettere tremila persone in una tendopoli e il primo giorno lasciare che ben mille scappino? Ha il senso di mostrare una finta severità solo per compiacere una parte interna della maggioranza, ma con l’obiettivo sotterraneo che i fuggitivi vadano in Francia. Non si può agire con questa superficialità. Si sono definiti i profughi dei clandestini da espellere, ma i rimpatri non sono stati più di 3 o 4 al giorno. Si è tenuto un atteggiamento di contrapposizione con Francia e Unione europea che ha reso difficile trovare poi un consenso a livello internazionale».