GD: “25 aprile 2011 è ancora Resistenza la parola d’ordine”

I Giovani Democratici della Provincia di Savona «festeggeranno orgogliosamente anche quest’anno il giorno della Liberazione dal nazi-fascismo partecipando in maniera attiva alle celebrazioni in occasione di quella che per noi rimane la vera “festa della democrazia”. Non si tratta di una partecipazione formale dovuta all’essere militanti in un’organizzazione politica giovanile che si richiama alle radici della Resistenza. Noi riteniamo che la nostra partecipazione debba esserci a prescindere da tutto come una forma di ringraziamento verso quei giovani che più di 60 anni fa combatterono e, in alcuni casi, persero la vita anche per noi». Così il responsabile Comunicazione Gd Provincia di Savona, Andrea Toso.

Anche in questo 2011 il termine Resistenza è un termine attuale, dicono i Giovani Democratici: «Il nostro paese ha visto nell’ultimo mese cinque parlamentari del Pdl (partito collocato nello scenario europeo nella grande famiglia popolare) richiedere l’abrogazione della norma costituzionale che vieta la riorganizzazione del Partito Fascista; i parlamentari della destra capeggiati dall’On Carlucci mirano ad un’operazione poco nobile di revisionismo storico, che punta alla delegittimazione degli attuali testi in uso negli istituti scolastici pubblici italiani; La Costituzione Repubblicana, viene messa ogni giorno in discussione da questo Governo senza tener conto che tale carta e si modificabile ma in meglio e non in peggio».

«Per tutti questi motivi – commenta Toso – noi pensiamo che sia importante ricordare in questi 150 anni dell’Unità d’Italia questo periodo fondamentale della nostra storia contemporanea. Anche perché, come scrive il giornalista Giorgio Bocca:“C’è una campagna di denigrazione della Resistenza: diretta dall’alto, coltivata dal cortigiano. Il loro gioco preferito è quello dei morti, l’uso dei morti: abolire la festa del 25 aprile e sostituirla con una che metta sullo stesso piano partigiani e combattenti di Salò”. A questo disegno perverso noi, nipoti di partigiani e staffette diciamo un No secco e per questo saremo in tutta la provincia a festeggiare il giorno che porto la democrazia nel nostro paese».