di Guglielmo Olivero – “L’unico rimpianto è che lunedì, giorno di Pasquetta, Palazzo Oddo sia chiuso al pubblico. Non voglio entrare in un argomento del quale non conosco le motivazioni, ma in una giornata di grande afflusso turistico non mi sembra un’idea azzeccata”: Fiorangela Di Matteo, che ha curato la personale di Leonard Sherifi che si può ammirare fino al 1° maggio, introduce così l’incontro per parlare con un grande artista. E tra l’altro, aggiornando la situazione, non è escluso che domani Palazzo Oddo non rimanga parzialmente aperto al pubblico, proprio per ammirare questa mostra.

Fiorangela ci parla dell’artista che adesso espone “Io son(n)o”, frutto delle riflessioni intorno all’atto del dormire, un fenomeno che accomuna, come afferma l’artista, ogni uomo: “Ho iniziato a seguire le opere di Leonard nel 2006. Ho visto i suoi lavori sugli oggetti del quotidiano che stanno nella nostra vita senza interferire ne interloquire. E questi oggetti vivono la vita che lo spettatore o il passante dà loro nel momento che li considera. Un semaforo, una statua, una vetrina di un negozio acquisiscono importanza nel momento in cui ne valutiamo l’impatto, diamo loro un significato.

Prosegue Fiorangela che, come molti, è ammirata dalle opere dell’artista nato in Albania nel 1984 con tanto di laurea in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo: “La sua capacità è comunicare staticità e velocità allo stesso tempo. Leonard è una grande promessa del figurativo, pur essendo ancora molto giovane. Ma i premi che ha ricevuto testimoniano la sua arte e l’apprezzamento dei suoi estimatori. È seguito e ci lascia seguire, è innovativo e propone innovazioni negli sguardi e nel modo di osservare il mondo che ci circonda e che ci avvolge tutti… I suoi dipinti, tutti di grande dimensione, sono sempre in bella mostra quasi per aspettare un segnale dallo spettatore”.