Il Re della mountain abita qui: intervista a Mirko Celestino, aspettando i mondiali

di Guglielmo Olivero – Per gli appassionati di ciclismo il pomeriggio pasquale è catturato dalla Liegi-Bastogne-Liegi, una delle grandi classiche delle due ruote. Pochi ricordano che, una decina di anni fa, Mirko Celestino, corridore di Andora concluse al quarto posto una delle gare più massacranti del calendario internazionale. Fu, quello, uno dei tanti risultati di una carriera strepitosa nella quale, afferma Mirko, ” mi è mancato il successo alla Milano-Sanremo, un trionfo davati al mio pubblico”.

Nelle sue strade Mirko ha vinto un Trofeo Laigueglia, uno dei pochi che non si è concluso in volata. Mirko, da un paio d’anni, ha però una seconda vita sportiva come lui stesso racconta ad Albenga Corsara: “Quando mi sono accorto che era giunto il momento di dare l’addio al ciclismo su strada non ci sono stato molto a pensare. Ho abbandonato quando ero ancora in discreta forma, ma sapendo che i grandi risultati non sarebbero più arrivati. E così ho smesso, rimanendo però legato al mio amore con la bici. Ho soltanto cambiato percorsi, dedicandomi alla mountain-bike”. E non è stata una carriera secondaria, considerato che i risultati raggiunti hanno portato Mirko sul gradino più alto del podio nel campionato italiano con un secondo posto ai Mondiali.

Già, i Mondiali che quest’anno si correranno in Italia e dove lui recita un ruolo da favorito: “Nessuno è profeta in Patria-afferma Celestino-e la concorrenza sarà spietata. Ma logico che ci voglio provare, un’occasione così non capiterà più. Il percorso della Marathon mi piace, non nascondo di lottare per il primo posto. Prima di questo appuntamento ci saranno due tappe intermedie, il campionato italiano e quello europeo. Saranno indicazioni importanti per capire dove potrò arrivare”.

Mirko vive ad Andora con la famiglia ed il suo grande desiderio è quello di vedere crescere qualche campione nella zona: “Quando gli impegni agonistici diventeranno meno stressanti-conclude-mi dedicherò a seguire con attenzione le promesse del ciclismo ponentino. Sono sicuro che si nascondono, nelle nostre zone, tanti giovani di talento. Scommettete che li trovo?”