Floricoltura: dai numeri alle scelte

Regole chiare negli scambi internazionali, costi di produzione, organizzazione del settore, ricerca e promozione. Sono queste le questioni trattate nei giorni scorsi a Genova dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Savona, alla presenza del presidente nazionale Giuseppe Politi, durante il convegno “Floricoltura: dai numeri alle scelte” organizzato in occasione di Euroflora 2011 dalla confederazione regionale, per tutelare le coltivazioni floricole e contenere la crescente caduta della domanda da parte dei consumatori. Un’inizitiva voluta ed organizzata per entrare nel merito delle problematiche del settore floricolo, che ha portato alla decisione di non partecipare alla fiera ligure e di spendere le proprie energie nell’organizzazione di iniziative concrete che possano aiutare i floricoltori.

“Nel solo territorio ligure il settore floricolo rappresenta oltre un terzo della floricoltura italiana – dichiara il presidente provinciale Aldo Alberto -. Negli ultimi anni però i floricoltori liguri hanno abbandonato la coltivazione di alcune varietà che non hanno dato ampi margini di guadagno per dare spazio ad altre colture più redditizie. Non a caso, infatti, rispetto a 20 anni fa, sono aumentati i floricoltori che sono passati ad un sistema di coltivazione che porta sul mercato prodotti floricoli in vasi sempre più piccoli con numeri maggiori, mettendo in piedi un sistema che oltre a garantire un margine di guadagno modesto, fa aumentare il rischio di concorrenza da parte di produttori esteri. Il settore sente la necessità di un vero e proprio coordinamento, che parta dal mondo della produzione, fino ad arrivare alla vendita, perché un perfezionamento di tutti questi meccanismi può contribuire ad una migliore collocazione dei nostri prodotti sui mercati nazionali ed internazionali”.

Quasi tre anni fa, infatti, le associazioni di categoria avevano avviato uno studio per la realizzazione di un marchio di produzione di area per la commercializzazione dei prodotti floricoli locali, al fine di essere contraddistinti da altri prodotti comunemente in vendita, in un mercato in cui cresce l’offerta, non si amplia la domanda, e dove i floricoltori registrano costi di produzione sempre più insostenibili.

“Per arrestare questa tendenza è necessaria una certificazione del prodotto, dove tracciabilità, regolamentazione dell’utilizzo dei fitofarmaci e dei prezzi di vendita, siano fattori fondamentali per contraddistiguire le coltivazioni albenganesi da altre varietà che si trovano comunemente in commercio. La realizzazione di un marchio di produzione è un lavoro da riprendere e da portare avanti, perché crediamo che una corretta gestione del settore possa aiutare a sviluppare la floricoltura locale e quindi garantire un corretto guadagno a tutti i produttori della Piana. E’ necessario, quindi, sedersi tutti attorno ad un tavolo riprogrammare la ripresa del progetto e portarlo a compimento affinché la floricoltura ligure possa continuare a garantire redditività agli operatori del settore”.

Per questi motivi la confederazione Italiana Agricoltori ha preferito non partecipare alla fiera di Genova ma di investire le proprie energie in iniziative che possano aiutare concretamente i floricoltori savonesi.

1 Commento

  1. le banalita’ di alberto aldo sono allordine di ogni giorno. tanto il non partecipare alla fiera di genova ……per motivi economici e per investire con la lingua. come la certificazione del prodotto. ad alberto che ne e’ stato anche presidente come mai non e’ interessata pienamente la cooperativa di albenga?? cosa fa’ la cooperativa per gli agricoltori o per i suoi soci?? niente. pensa a coltivare il suo orticello ben delimitato con i grossi esperti direttori generali e direttori commerciali.

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