di Mary Caridi – La piazza centrale di un paese è un pezzo della storia e delle radici di una città, un punto di riferimento culturale, della memoria, un luogo in cui si sono incontrate le storie di cittadini albenganesi, ma soprattutto di coloro che emigrando  dai paesi del sud, hanno in un certo senso “segnato” con la loro presenza, un luogo che ricordava le piazze amate dei paesini di provenienza. Quanti si sono seduti su quelle panchine, sotto quelle palme, scrutando il cielo, a volte ostile, a volte sereno, chiacchierando in piccoli gruppi,  anziani che hanno trovato riparo al sole cocente estivo, rinfrescati dall’ombra di piante che in questi giorni vengono abbattute? Una piazza non è una rotonda, non è uno svincolo per auto, non può e non deve diventare una rotonda come tante che ormai nascono come funghi in ogni parte delle nostre città.

La scelta di modifiche alla viabilità si prende anche piazza del Popolo. Il partito democratico con Mariangelo Vio e la presa di posizione dell’ex Sindaco Tabbò, danno voce al malcontento di  alcuni commercianti del centro storico, e di tanti cittadini che vedono lo stravolgimento di uno dei luoghi più cari, che si sta trasformando in un semplice “pezzo” di strada. Questa viabilità non funziona, basta circolare per Albenga, uscire dall’autostrada, andare verso l’entroterra, nelle strade che conducono all’uscita dalla città, per rendersene conto. Lunghi serpenti di code di auto che cercano di entrare o uscire da Albenga mettono  a dura prova la pazienza degli automobilisti.

Albenga vive un clima di confusione perenne, mercatini ad ogni data possibile e impossibile. Auto che vengono portate via dal carro attrezzi anche il giorno di Pasqua, perchè a qualche genio del comune è venuto in mente di autorizzare un mercato sul tratto di viale che porta al mare. Non un mercatino tipico, ma il solito mercato come quello del mercoledì che ormai  sta diventando permanente. Albenga perde punti, diventa sciatta e volgare, la programmazione è confusa e vanifica anche gli apprezzabili  sforzi dell’assessore al turismo Vannucci, che tenta di dare una pianificazione e una strategia più complessiva. In cabina di regia troppe teste a decidere, troppe scelte per caso.  Albenga perde un po’ della sua anima,  mentre le palme vengono abbattute è come se morissero alcuni dei  suoi ricordi.