di Alessandro Arena – Ferrania Solis è già in crisi. Nemmeno il tempo di completare il piano industriale che subito l’azienda, nata dal piano industriale sottoscritto tra sindacati e i Messina proprietari del sito Ferrania, deve chiedere la cassaintegrazione per sei settimane a rotazione tra 40 dei 56 lavoratori. Il duro colpo è stato inferto dal Governo che ha recentemente eliminato gli incentivi ai privati per l’installazione di impianti a energia rinnovabile. Ovviamente il calo di commesse, e conseguentemente della produzione, si è subito fatto sentire.

Ora a rischio c’è tutto il compromesso faticosamente raggiunto quest’inverno quando Ferrania Technologies aveva dichiarato di voler attivare la procedura di mobilità per i 225 lavoratori ancora in cassaintegrazione. Dopo settimane di trattative si arrivò al rinnovo della cig in deroga strettamente legata al rinnovato accordo di programma firmato tra le parti e che prevedeva una percentuale minima di assunzioni, pena il mancato rinnovo del secondo anno, nella nuova azienda che sarebbe dovuta diventare, almeno secondo le parole dell’ex ministro Scajola, la leader del fotovoltaico nel nord-ovest.

In realtà per ora nei modernissimi capannoni si assemblano i pannelli mentre per i sindacati il vero rilancio dovrebbe partire dalla realizzazione di tutti i componenti. La speranza è che a maggio il Governo ripristini gli incentivi, come annunciato pochi giorni fa.