di Guglielmo Olivero – Dobbiamo ringraziare Marisa Fagnani per il modo con il quale interpreta le canzoni dell’indimenticato Fabrizio De Andrè. Raramente, per chi in questi anni ha voluto proporre le canzoni del Poeta genovese, è riuscito a trasmettere tante emozioni e sentimenti come questa artista che, sicuramente, ha un grande futuro (e gli artisti si vedono anche dalla modestia e la cordialità con cui si pongono al pubblico).

Un’ora e mezzo di grande musica per presentare il libro “Fiori di Faber-Dai diamanti non nasce niente” curato da Claudio Porchia, giornalista piemontese che in modo pacato e semplice ha spiegato i significati di alcune delle più belle canzoni di Fabrizio legate dal filo conduttore dei fiori. Claudio ha così spiegato alcune strofe delle canzoni più conosciute di De Andrè e delle quali, magari, pochi hanno capito il loro significato.

Ed ecco Porchia che spiega la frase finale del capolavoro “La Guerra di Piero” dove il soldato “dorme sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi”. La scelta del fiore, ha spiegato davanti ad un pubblco numeroso e con la presenza di numerose autorità ad iniziare dal sindaco Rosy Guarnieri, è significativa perché “il papavero è il simbolo della consolazione e della semplicità che viene messo in antitesi con la rosa ed il tulipano, simboli dell’amore e della passione, che non possono vegliare Piero”.

De Andrè amava tutti i fiori, ma non le rose che cita nella “Canzone di Marinella” (“vivesti solo un giorno come le rose) mentre amava i gigli citati ne “La Città Vecchia”. Lo scrittore si è soffermato sull’amore di Faber per l’agricoltura ricordando come una bella trasmissione Rai “A come Agricoltura” dedicò un’intera trasmissione ai suoi terreni. Ma, come detto, il ruolo centrale di questo incontro, del quale bisogna essere grati ai “Fieui di Caruggi”, è per Marisa Fagnani che ha eseguito splendidamente alcuni dei grandi brani del maestro.

Per chi avesse perso la sua interpretazione, il suo modo di portare al pubblico le canzoni del maestro genovese, esiste la possibilità di poterla riascoltare lunedì 23 maggio quando, ancora grazie ai “Fieui di Caruggi”, verrà riproposto lo spettacolo “Nome: Fabrizio. Cognome: De Andrè” con la regia di Mario Mesiano e con la partecipazione anche di altri artisti che vogliono sempre tenere vivo il ricordo di Faber.