[fp] – “Uno sciopero generale a sostegno di proposte concrete per il lavoro e per il paese”, quello che oggi, venerdì 6 maggio, la Cgil ha indetto e che vedrà la mobilitazione dei lavoratori anche in Liguria. Nel solo capoluogo ligure, in preparazione alla giornata di mobilitazione sono state fatte oltre 500 assemblee sui luoghi di lavoro e oltre 20 presidi per le principali vie della città. I volantini distribuiti hanno superato le 70 mila copie. Lo sciopero in Liguria si articolerà sull’intera giornata; per la mattina sono previste quattro grandi manifestazioni nelle città capoluogo di provincia:

–         Genova: sono stati organizzati due cortei: alle ore 9,00 si formeranno due concentramenti, uno nei giardini di Brignole e l’altro presso il Terminal Traghetti di Via Milano (adiacenze Coop Negro). I cortei termineranno in piazza De Ferrari dove intorno alle 11 si terrà il comizio con l’intervento di delegati di posti lavoro e le conclusioni del Segretario Nazionale Vincenzo Scudiere.

–         Savona: manifestazione ore 9,00 piazza Sisto IV. Comizio conclusivo Rosario Strazzullo Cgil Nazionale

–       La Spezia: concentramento ore 9,30 piazza Europa con corteo per le vie del centro città con arrivo in piazza del Bastione. Conclude Lorenzo Cimino Segretario Camera del Lavoro

–         Imperia: concentramento ore 9,00 in piazza Ulisse Calvi con arrivo in piazza Della Vittoria ore 11,00. Conclude Nina Daita Cgil Nazionale.

Queste le ragioni dello sciopero generale e le proposte della Cgil: «Trentaquattro mesi di Governo Berlusconi hanno impoverito il Paese, depresso l’economia, aumentato la disoccupazione e la pressione fiscale, abbassato le tutele ai lavoratori, tagliato lo stato sociale, penalizzato i pensionati, umiliato il lavoro e la dignità delle donne. La scure su scuola, università e ricerca colpisce il futuro dei giovani; i tagli alla cultura mortificano la storia e l’arte del nostro paese».

«Sono cresciute le disuguaglianze, si è ridotto il sostegno alle persone non autosufficienti, ai disabili, ai poveri. Nel frattempo sono aumentati gli accordi che escludono la Cgil (meccanici, Fiat, pubblico impiego, commercio) senza che, peraltro, i lavoratori possano esprimersi con un voto sul merito delle intese che li riguardano. Anche per evitare questa sottrazione di democrazia la Cgil ha presentato una apposita proposta sulla democrazia sindacale», sostiene la Cgil che ha riassunto in 12 punti le maggiori criticità e proposte lanciate al governo:

  1. per uscire dalla crisi ed avviare la crescita: difendere il lavoro con un sistema di ammortizzatori sociale che copra tutti coloro che lo hanno perso, per promuovere “buona” occupazione e nuove occasioni di impiego; potenziare l’economia italiana, mediante investimenti, spese in opere pubbliche, innovazione e ricerca, controllo sui prezzi, qualificazione della pubblica amministrazione;
  2. per difendere i redditi: un fisco più giusto, attraverso una vera lotta all’evasione (che ogni anno sottrae circa 3 mila euro ad ogni contribuente onesto). Un fisco più leggero per le famiglie di lavoratori e pensionati che porti mediamente 100 euro in più ogni mese; uno fisco più pesante su transazioni speculative, rendite e grandi ricchezze;
  3. per una nuova politica industriale e per rilanciare gli investimenti: riordino degli incentivi per u maggiore sviluppo, puntando su programmi di ricerca e di innovazione industriale; nuove misure per il sistema produttivo per portarlo verso settori e prodotti sostenibili, ad alto valore tecnologico e di conoscenza; favorire la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese;
  4. per la scuola pubblica, l’università, la ricerca: considerare la cultura come un investimento per la crescita civile, morale ed economica;
  5. per un welfare diffuso e di qualità: rifinanziare adeguatamente il servizio sanitario, il fondo per le politiche sociali e quello per la non autosufficienza. Definire un piano nazionale contro la povertà e l’esclusione sociale;
  6. per un adeguato livello delle pensioni e del benessere oltre il lavoro. Meccanismi di rivalutazione delle pensioni, riconoscere la 14^. garantire ai giovani un reddito da pensione adeguato. Ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile;
  7. per i giovani e per il futuro: creare occupazione, sradicare la precarietà, costruire un sistema di welfare che dia ai giovani autonomia dalla famiglia;
  8. per le donne, una battaglia per la dignità: garantire tutele concrete per la maternità, una legge che impedisca il licenziamento “preventivo” come le dimissioni in bianco;
  9. per un lavoro pubblico: immediato rinnovo delleRSU, rinnovo dei contratti, blocco dei licenziamenti dei precari;
  10. per una politica di accoglienza e cittadinanza attiva dei migranti;
  11. per un federalismo solidale ed efficace a livello regionale e comunale;
  12. per più democrazia nei luoghi di lavoro