A pochi giorni dal varo, da parte del consiglio dei ministri, del decreto sulle rinnovabili, Anna Alfano, presidente di Confartigianato Energie, ha fatto il punto della situazione per le imprese del settore a margine del convegno organizzato dalla regione Liguria, al Museo del Mare di Genova. «Le modifiche apportate alla prima stesura del decreto e approvate in via definitiva – spiega Anna Alfano – di fatto lasciano inascoltate le istanze presentate dalle pmi del settore per le quali la scadenza agli incentivi rimane fissata per il 31 maggio. Ad avere qualche giovamento sono solo i grandi gruppi che hanno ottenuto una proroga della scadenza al 31 agosto»

Ma cosa può fare la Regione Liguria per limitare i danni alle micro e piccole imprese del settore, energetico? «L’assessore Guccinelli – sottolinea Anna Alfano – ha dimostrato immediato interesse al problema raccogliendo le istanze di tutte le associazioni datoriali interessate e presentandole agli Stati generali della green economy. Che la Regione Liguria abbia a cuore il destino delle rinnovabili e delle pmi del settore è dimostrato anche dalla recente approvazione dei bandi sull’innovazione con una dotazione di 4 milioni di euro. Alla Regione abbiamo chiesto di intervenire con un processo di sburocratizzazione e semplificazione in materia normativa in fatto di rilascio di permessi sull’installazione degli impianti energetici da fonti rinnovabili».

In particolare, un toccasana per le micro e piccole imprese del settore potrebbe essere rappresentato dall’inserimento degli interventi nell’edilizia così detta “libera”, cioè sottoposta solo alla comunicazione di inizio attività al Comune di competenza, sull’esempio di quanto già avviene in Toscana. Sempre nel quadro della semplificazione normativa, Confartigianato Energia chiede l’omologazione della modulistica necessaria su piano regionale.

«Abbiamo anche proposto – aggiunge Alfano – di modificare la normativa regionale in fatto di linee vita anti-caduta da fisse a mobili». Le linee vita sono i sistemi di ancoraggio anti-caduta il cui utilizzo è obbligatorio per gli interventi sulle coperture degli edifici e quindi anche per l’installazione sui tetti degli impianti fotovoltaici. «Installare le linee vita fisse costa circa 2 mila euro contro i 300-400 di quelle transitorie, le cui performance di sicurezza sono identiche. A conti fatti l’obbligo di utilizzo delle linee fisse incide enormemente sul costo dell’installazione degli impianti e questo, soprattutto in tempi di crisi, scoraggia le famiglie a dotare la propria abitazione di un impianto fotovoltaico e, anche di più, solaretermico».

Sono oltre 2.400 le imprese liguri potenzialmente interessate dal recepimento della direttiva europea 2009/28 sulle fonti rinnovabili. Il settore – che manca ancora di una codifica settoriale propria – è in forte crescita e raccoglie imprese di diverse attività economiche.

In Liguria, secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato (dati Unioncamere-Infocamere, Movimprese aggiornati al 2010), la fetta maggiore delle imprese della filiera delle rinnovabili è costituita dagli installatori dei pannelli fotovoltaici (2.317), dai fabbricanti di pannelli fotovoltaici (33), dai produttori di energia elettrica (23), dalle imprese che lavorano le biomasse (23) e dai produttori di turbine eoliche. Tra il 2009 e il 2010, in Liguria sono nate 55 nuove imprese della filiera delle rinnovabili, registrando una crescita del 2,3%, appena sotto la media italiana del 2,7% e superiore a quella del Nord Italia (1,5%).

Confartigianato Energie già a marzo, alla presentazione da parte del ministro allo Sviluppo economico Romani del pacchetto energia, aveva denunciato la situazione a rischio delle Mpmi del settore. Anna Alfano è anche la referente del Consorzio Energie di Confartigianato Liguria che raggruppa sette imprese spezzine impegnate nella produzione di energie rinnovabili (dall’eolico al solare termico, dal fotovoltaico alla geotermia) e che lavorano nell’ambito del risparmio energetico nei settori dell’impiantistica e della bioedilizia. «Le ripercussioni sono state immediate – spiega Anna Alfano – molte delle nostre aziende si sono viste congelare i contratti dai propri clienti per il clima di incertezza sugli incentivi provocata dalle decisioni del governo. Ci troviamo da una parte con clienti che hanno perso l’interesse a fare investimenti in grossi impianti e alcuni piccoli privati che invece ci pressano perché siano finiti i lavori entro la fatidica data del 31 maggio»

I nodi principali del decreto legislativo sulle rinnovabili, approvato dal governo il 5 maggio (in attuazione di una direttiva comunitaria), riguardano il sistema degli incentivi e la questione legata all’installazione dei pannelli sui terreni agricoli. Dopo che dal testo è stato cancellato il tetto degli 8.000 megawatt per l’accesso agli incentivi, si è inserita la data del 31 maggio con l’entrata in esercizio per fermare la quota di “aiuti”. Un taglio retroattivo che incide anche sul precedente provvedimento del Conto energia di agosto che offriva la possibilità di accedere agli incentivi fino al 31 dicembre 2013.