di Sandra Berriolo – E se continua così pure unto dalla gente (nel senso di menato). Io non lo capisco ‘sto qui. Silvio intendo. Prima dice di essere unto dal Signore e poi si lamenta delle persecuzioni. Se vuole ripetere la storia (o le scritture, dipende da cosa si crede di più) si deve rassegnare a patire un po’ prima di risorgere. Però dovrebbe anche rispettare i Comandamenti, sennò noi poi non gli intitoliamo né il genetliaco (Natale), né le Messe quotidiane. Caspita, non ne rispetta uno! E pure Caino e Abele son messi in ombra: ora con le elezioni ad esempio, se vinceva era merito suo, dato che ha perso è colpa degli altri. Anche quello di 2000 anni fa diceva a tutti di essere come loro, di non essere un privilegiato.

Però per dimostrarlo non comprava i templi su internet. E non li prendeva per i fondelli quando non avevano da mangiare, ma divideva pani e pesci. Questo cosa moltiplica: le cambiali? È vero che pure quello originale a volte era messo alla berlina dalla folla, ma non ci poteva salire sul predellino (della berlina). È vero che quello là diceva che siamo tutti uguali e difendeva le prostitute e i fanciulli, ma non in contemporanea però. Anche il soggetto originale è stato messo in croce da un sistema amministrativo un po’ corrotto ed è stato venduto per pochi denari, ma qui i denari in ballo sono tanti. Insomma non ce l’ho con Silvio, ma con tutti coloro che lo credono un Signore. E come diceva Totò: «Signori si nasce e…».