UNA TESTA SENZA CERVELLO

di Guglielmo Olivero – La diagnosi mi è arrivata improvvisa, quasi alle spalle, vedendo la tivu. Comunicata, in diretta, dal Premier. E rendendo vana una visita neurologica che avevo già prenotato per lunedi mattina, prendendomi pure un paio d’ore  di permesso. Ma adesso non serve più a niente. Il Premier, come un medico che non vuole nascondere niente al proprio paziente, lo ha detto chiaramente, senza condizionali, senza se e senza ma: “Chi vota a sinistra è senza cervello”. Una frase, netta, che mi ha inchiodato, come altri che, come me, avevano prenotato una visita neurologica.  Una frase che non lascia scampo: perché detta dalla televisione. E da chi fa televisione. E la televisione è verità, come dicono in molti.

Ho scoperto di essere malato. Lo temevo, perché ultimamente sono uscito da un bar senza pagare il caffè, mi sono addormentato sul treno arrivando fino ad Imperia e non avendo coincidenza per tornare a casa. Sintomi che qualcosa non andava, non funzionava. A volte mi dimenticavo un numero di telefono che facevo diverse volte al giorno. Un’altra volta ho mandato gli auguri di compleanno a Cinzia inviando un sms a Paola: ho perso due ragazze in dieci minuti ma in fondo ho pensato, se questi sono gli effetti di avere poca memoria, sono pure positivi. Ma non davo peso a tutto questo: “Cosa vuoi che sia? È stress, soltanto stress”. Poi mercoledì la sentenza del Premier: “Chi vota a sinistra è senza cervello”.

Pensavo di aver fatto un brutto sogno e così la mattina dopo mi sono sintonizzato sul Tg1 che a volte, ma soltanto in poche occasioni, concede al Premier di poter parlare. Mi sono detto, ho capito male, ieri sera avrò bevuto un bicchiere di troppo. No, non sono senza cervello. Vedrai che non c’è traccia di questa frase. Niente illusioni, eccolo che, in apertura di Tg1 compare Lui e ridice la stessa frase. Finito, è tutto finito… Sono malato, inguaribile. Ho anche disdetto appuntamento per lunedì. Non serve a niente. Non c’è la possibilità che Lui si sia sbagliato.

E allora chiedo anche a questa illustre redazione di annotare con asterisco i miei pezzi, avvertendo il navigatore che chi scrive è malato, molto malato. Ecco, un asterisco sui miei pezzi per evitare di dar retta ai miei strafalcioni senza senso come quello che, se fossi a Milano, domenica andrei a votare Pisapia.

* Rubrica Corsara di Guglielmo Olivero

1 Commento

  1. ho lasciato il cervello a cantù, ho lasciato l cervello a mollo, ho lasciato il cervello in un cassetto. sono di sinistra pure io?

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