La petizione della Confederazione Italiana Agricoltori di Savona per chiedere alla Provincia un nuovo sistema di controllo degli ungulati sul territorio sta riscuotendo un notevole successo. Mentre i cittadini che hanno aderito alla raccolta firme sono oltre un migliaio, la petizione mossa dal mondo agricolo per allontanare i selvatici dai centri abitati e limitare i danni alle coltivazioni sta suscitando discussioni e prese di posizioni anche interessanti negli ambienti dei cacciatori e degli stessi ambientalisti.

“Noi apprezziamo chi critica in modo costruttivo riconoscendo che il problema esiste e non riguarda solamente i cinghiali ma in generale l’equilibrio dei nostri boschi nell’interesse di tutta la collettività – dichiara il presidente Aldo Alberto -. Certamente non condividiamo gli estremismi, da qualunque parte siano. Siamo pronti a discutere delle nostre proposte con chiunque abbia dubbi e voglia conoscere a fondo i contenuti presenti nella mozione, senza comunque perdere di vista le difficoltà di coloro che all’interno di aree a rischio devono svolgere la propria attività. Continueremo con la nostra iniziativa sperando che durante il percorso si arricchisca di un vero e pragmatico confronto. Ci rendiamo conto di aver toccato un punto dolente e spinoso da affrontare ma anche questo è il ruolo di un’associazione di categoria”.

La Cia chiede di passare da un semplice sistema venatorio ad un sistema di controllo con l’identificazione di aree “non vocate ai cinghiali”, ovvero zone specifiche in cui gli ungulati possano vivere ma dalle quali non possano sconfinare (come si cerca di attuare in altre regioni italiane come nell’appennino tosco-emiliano e in alcune zone del cuneese); l’approvazione di uno specifico piano di controllo provinciale che contempli zone a densità zero, il livello di densità in altre zone, l’autodifesa con l’attuazione di tutti i metodi necessari al contenimento, consentendo anche il meccanismo d’invito a singoli cacciatori sul fondo da chi non possiede il porto d’armi; consentire metodi di abbattimento come il tiro di appostamento anche notturno, gabbie e recinti di cattura; l’attivazione di un osservatorio permanente che verifichi con cadenze regolari le situazioni e le aree di crisi e meccanismi di responsabilizzazione dei cacciatori nella caccia ordinaria al cinghiale con verifiche dei risultati, prevedendo la rotazione delle zone di caccia, che non possono essere intese come patrimoni inamovibili, perché l’attività economica agricola non può essere messa sullo stesso piano di una attività del tempo libero.

I cittadini che vogliono aderire alla sottoscrizione possono recarsi negli uffici della Confederazione Italiana Agricoltori delle sedi di Cairo Montenotte, Finale Ligure, Savona ed Albenga, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13.