C’è Pietro Bordoni, il vetraio e orefice di Altare morto a Milano durante i moti del 1848; ci sono i cocchieri genovesi Agostino, Domenico e Stefano Castello che hanno partecipato ai moti mazziniani e alla spedizione dei Mille; ci sono il calzolaio genovese Giovanni Armanino, i barbieri genovesi Bartolomeo Benvenuto, Stefano Boasi, il carpentiere Ambrogio Boggiano e il sarto Giacomo Bonino. Sono solo alcuni degli artigiani che “fecero l’Italia” e le cui storie personali intrecciate con la politica degli anni del Risorgimento sono state riassunte e raccolte in “Viva l’Italia! Gli artigiani nel Risorgimento”, il volume pubblicato da Confartigianato imprese in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il libro (227 pagine), che celebra il contributo degli artigiani alla costruzione dello stato unitario, è stato presentato dai vertici nazionali di Confartigianato al Quirinale e consegnato a Donato Marra, segretario regionale della Presidenza della Repubblica, e a Carlo Guelfi, direttore dell’Ufficio di segreteria del presidente.

«Il 2 giugno – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – consegneremo il volume ai prefetti e ai sindaci delle quattro province liguri. Questa pubblicazione testimonia l’impegno degli artigiani nella realizzazione del grande bisogno politico dell’unità nazionale. Centocinquant’anni fa centinaia di artigiani hanno lasciato le proprie botteghe per dare il proprio contributo in prima linea alla creazione dell’Italia unita».

Sono cinquanta gli artigiani di tutta la Liguria, ma in particolare di Genova, che hanno partecipato attivamente alle battaglie dell’epoca: dai moti del 1848 per arrivare alla terza guerra d’indipendenza. Sarti, vetrai, orefici, cocchieri, falegnami, panettieri, pastai, barbieri, carpentieri, ebanisti, confettieri e parrucchieri avevano chiuso bottega per imbracciare le armi e combattere per la patria. Spicca in particolare la figura di Giambattista Capurro. Nato a Genova nel 1841, apprende il mestiere di falegname nella bottega del mazziniano Girolamo Figari. Combatte nella sommossa genovese contro gli austriaci del 1857 e dopo alcuni anni di prigionia, partecipa alla spedizione dei Mille distinguendosi nei combattimenti di Reggio Calabria e guadagnandosi la medaglia d’argento al valor militare. Nel 1886 diventa comandante della brigata Messina nell’esercito regolare dei Savoia.

«Grazie a questo volume – commenta Grasso – molte storie di “piccoli eroi” sono venute alla luce. Sarebbe interessante se i pronipoti degli artigiani-eroi liguri ci segnalassero altri particolari delle loro storie e se hanno ereditato il mestiere del proprio avo. Per dare la possibilità di riconoscersi nelle storie degli artigiani citati nel libro, ne abbiamo pubblicato l’elenco completo sul sito www.confartigianatoliguria.it, a cui è possibile inviare anche nuove segnalazioni».