Ken: triste storia di uno scrittore geniale

di Alfredo Sgarlato – Scrisse Johnatan Swift: “quando nel mondo appare un vero genio lo si capisce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui”. Lo scrittore John Kennedy Toole prese da questa frase lo spunto per il proprio capolavoro, A Confederacy of Dunces (Una Banda di Idioti), ma forse fu anche la storia della sua vita. Toole (Ken per gli amici) nacque a New Orleans il 17 dicembre 1937 da genitori anziani (per i canoni dell’epoca) e iperprotettivi, il padre morì in guerra pochi anni dopo. A scuola Toole viene descritto come un bambino dotato di intelligenza molto superiore alla media ma con problemi relazionali.

A sedici anni scrive un romanzo The Neon Bible (La Bibbia al Neon) storia di un adolescente nella bigotta e sonnacchiosa America di provincia e di una zia anticonformista e libera che ne sconvolge le vite. Toole stesso però non è convinto dal romanzo e lo chiude in un cassetto. Dopo il militare Ken svolge i proverbiali mille mestieri per pagarsi l’università e da queste esperienze ricava un nuovo romanzo, Una Banda di Idioti, a soli ventidue anni. Toole adesso insegna nell’università dove si è laureato e i suoi studenti lo adorano.

Le sue lezioni sono definite “spettacolari”. Ma Ken crede molto nel suo romanzo e comincia a proporlo agli editori; alcuni rispondono che è geniale ma non troverà mai un pubblico, i più lo considerano il delirio di uno squilibrato. L’insuccesso letterario fa sprofondare Toole nella depressione e nell’alcolismo. Nell’ inverno del 1968 dichiara di partire per un lungo viaggio in cerca di sé stesso. Nel marzo 1969 viene trovato morto in macchina, quasi sicuramente suicida. Alcuni biografi scriveranno che alla base della sua infelicità vi erano problemi sentimentali o di identità sessuale, ma gli amici smentiscono.

La signora Thelma Toole, che è convinta che il figlio abbia scritto un capolavoro, comincia da allora a tormentare tutti gli agenti letterari e gli editori d’America ma solo nel 1976 trova in Walter Percy un agente che apprezza il libro, pur riuscendo a farlo pubblicare solo nel 1980. Una Banda di Idioti viene immediatamente accolto da pubblico e critica come un capolavoro, diventa un libro di culto e vince un Pulitzer postumo. Leggendo il libro si capisce come ci sia voluto così tanto tempo per accoglierlo: è impossibile pensare che un libro simile sia stato scritto nel 1959. Il linguaggio è modernissimo e sboccato e trionfa uno humour “politicamente scorretto” che non risparmia nessuna categoria sociale o etnica e ridicolizza qualsiasi ideologia ma più di tutte l’anticomunismo, che nell’America di quegli anni era una vera e propria psicosi.

Va detto che la trama è l’esatto opposto di quanto afferma la citazione swiftiana. Il romanzo narra la storia di Ignatius J. Reilly, un bamboccione inetto e bigotto che vive tiranneggiando la madre e si imbarca in imprese assurde, trovando però sempre persone più ingenue di lui che gli vanno dietro. Il tutto condito con le esilaranti riflessioni filosofiche di Ignatius, che mescola con disinvoltura idee ultrareazionarie e ingenuamente progressiste e la corrispondenza con Mirna Minkoff, una studentessa idealista e affamata di sesso. Mi piace pensare che Ignatius abbia ispirato il personaggio di Cartman nei cartoni animati South Park. Il romanzo viene quasi subito pubblicato in Italia col titolo Una congrega di fissati, ma passa inosservato.

Ripubblicato molti anni dopo con un titolo più attraente diventa di culto anche da noi. L’editore chiede alla signora Toole se Ken abbia mai scritto altro ma lei, conoscendo la volontà del figli, nega. Alla morte di Thelma i familiari trovano il manoscritto di The Neon Bible che è pubblicato nel 1989 con grande successo, al punto che ne viene tratto nel 1995 un film diretto da Terence Davies e interpretato da Gena Rowlands (che da noi passa inosservato, anche perché viene intitolato Serenata alla luna) ed ispira il titolo di un disco della alternative rock band Arcade Fire. Secondo la critica la Bibbia al Neon è inferiore ad Una Banda di Idioti, ma è pur sempre sbalorditivo se si considera che è stato scritto da un ragazzo di soli sedici anni. Cos’altro dire dopo questa triste storia? Che se come me soffrite di insonnia e leggete prima di addormentarvi, allora John Kennedy Toole dovete proprio evitarlo sennò passerete tutta la notte a leggere…

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