CHI L’HA VISTO?

di Sandra Berriolo – Sono indecisa se essere più preoccupata del fatto che non bèccano Gheddafi o che non cuccano la causa del batterio teutonico. Dato che di guerra non mi capisco preferisco preoccuparmi del fatto che quei precisini di tedeschi, e pure sempre criticoni nei nostri confronti, ci mettano più di un mese per trovare ‘sto povero Escherichia che fa finta di essere qui e poi sembra che sia là. Se fosse successo a noi ci avrebbero già bandito da tutti i laboratori dell’Universo (il Regno non c’è più da qualche anno) e saremmo passati per quelli poco scrupolosi e professionali oltre che poco seri e puliti. Invece poco ci è mancato che non fosse colpa nostra; questa volta se la son presa con gli spagnoli (sempre gente del sud è).

Ora, sputato un po’ di veleno sull’incredibile momentanea incapacità germanica vorrei sputarne un po’ su di noi. Possibile che ad ogni minimo preallarme dobbiamo smettere completamente di mangiare un prodotto? Non pensiamo mai che quando ci dicono una cosa vuol dire che son settimane che l’hanno riscontrata e noi, ignari golosoni, abbiamo sempre consumato quel cibo. I problemi esistono solo quando li conosciamo. E invece no.

Mai nessuno si ricorda di non mangiare il pane acquistato da chi lo prende con le mani e maneggia anche i soldi. I soldi sono la cosa più sporca che esista e passano molte più mani di un cetriolo, oltre a non avere una buccia. Mettiamo le mani sugli autobus, sulle sedie dei bar, sui banconi degli autogrill, sulla maniglia del bidone della spazzatura urbana e via dicendo. Al bar dobbiamo prendere la brioche col tovagliolino, ma l’esercente e il panettiere non lo usano di certo per spostarle da un posto all’altro. Potremmo fare tanti esempi e comunque siamo sempre vivi e vegeti e magari pure in buona salute. Stare attenti è meglio, ma essere esageratamente igienisti non aumenta le difese immunitarie.

Ma perché ci preoccupiamo tanto di una cosa che succede a centinaia di chilometri e poi non guardiamo sotto casa nostra?

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo