VACANZA AL VILLAGGIO TURISTICO

di Sandra Berriolo – Ok ho deciso: parto. Vado in un villaggio turistico, quest’anno. Vado a Loano. Cosa c’è da ridere? L’han detto l’assessore e il sindaco, no? Loano deve essere, e son sicura che sarà, un villaggio per 12 mesi all’anno. A misura di tutti, ha detto il sindaco. Dove si può scegliere cosa fare, ha detto l’assessore. Cultura, sport, teatro loro possono darti tutto. Gli han dato i soldi (4 milioni di euro per cominciare il teatro) e loro lo fanno, il teatro.

Ma c’era bisogno di tutti ‘sti soldi e tutto ‘sto da fare? Albenga è già un villaggio turistico, anche senza niente! Il nostro turista viene selezionato in modo che sia disposto a camminare giù dai marciapiedi, a frequentare i negozi in mutande e con la panciona fuori (ragazzi, 11 mesi e mezzo di bolliti e bagna cauda son duri da smaltire in un attimo, provateci voi), a lanciare e poi trascinare le infradito (è una tecnica che le modelle stanno studiando perché dicono che tonifica il quadricipite). Queste sono le selezioni. Poi bisogna che imparino bene la frase “a Torino costa meno” e anche che riescano a chiedere “scusi da che parte è il mare” senza ridere. A quel punto, siamo alle semifinali, solo chi è disposto a riempire il bagagliaio delle vacanze con carta igienica e pasta di primo prezzo avrà la speranza di potersi annoverare tra gli ospiti del villaggio Albenga.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo

5 Commenti

  1. Sandra ha ragione sotto molti aspetti,Albenga hà una forte potenzialità, i vicini lo sanno, fino ad oggi han fatto in modo che non crescesse turisticamente,ma e anche la cultura degli abitanti che deve cambiare,lottare per ottenere cio che le aspetta di diritto,Albenga non deve rimanere indietro,anzi, ma i cittadini stessi devono imparare a fare girare l’economia nella propia citta,solo cosi’ si puo crescere,ho il timore che vedremo moltissime serrate in autunno di attivita commerciali,che oggi non si reggono piu con le propie forze.Bisogna finirla con il detto Arbenga a nescia,io non ho mai creduto,ne ha questo detto ne ad Albenga chi non ha da fare non ci venga,ed io ho investito tutti i risparmi di una vita propio in questa città,e lo rifarei !!! Cordiali saluti

  2. Ho paura a dirlo , allora lo sussurro sottovoce:
    abbiamo quello che ci meritiamo.
    Mi sbaglio ? e del doman non vi è certezza…

  3. infatti quello che mi fa male è pensare, anzi essere certa, che Albenga avrebbe potenzialità maggiori delle cittadine limitrofe e invece rincorre sempre. Quando quelli di Alassio avevano solo da offrire mare e Caffè Roma noi già avevamo, da secoli, monumenti e centro storico, frazioni con una loro storia e carattere, spazi nel circondario per costruire palazzi dello sport e teatri. E poi scuole superiori per preparare contadini ma anche guide turistiche, Istituti di cultura per curare congressi, un viale alberato per il passeggio tutto l’anno (al confronto via Veneto a Roma è da principianti)

  4. eh, il Cahier de doléances in questo senso sarebbe lungo… mi limito a un punto. La tua istantanea è tutta in negativo Sandra, ma è difficile considerarla solo una provocazione che ironicamente calca il pedale dell’iperbole… del resto, non è questione solamente di una programmazione di eventi di qualità: è impossibile pensare a un turismo più diversificato e selettivo di quello tradizionale di “prossimità” (peraltro nella sua versione molto povera, come tu evochi nelle sconfortanti scenette quotidiane ingaune che tutti continuiamo a vivere da che abbiamo memoria…) finché continueranno a mancare adeguate strutture ricettive. E questo, anche se non è il solo, certo rimane uno dei principali punti deboli di Albenga se davvero si vuole sviluppare un potenziale turistico che pure la città ha…

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