di Guglielmo Olivero – Ma se Lui se ne andasse, come sembra, tra poche settimane? Quale scenario si svilupperebbe nel mondo dell’informazione che da vent’anni vive una situazione unica e non paragonabile ad alcun Paese democratico? Proviamo a considerare cosa accadrebbe, a vari livelli. Ad iniziare dai giornalisti cerchiobottisti che sono poi la maggioranza della categoria, e che virano le loro opinioni come le vele quando vedono una boa. Ce ne sono alcuni esempi lampanti come Pier Luigi Battista del Corriere (in questi anni sempre in luna di miele con il Premier) e Paolo Mieli della Rcs che, giorno dopo giorno, stanno allineandosi al vento che cambia. Dopo aver tenuto la testa (e il cervello) sotto la sabbia giustificando ogni comportamento di Lui, adesso virano, parlano di moralità, legalità, invitano ad un passo indietro. Come dire: Lui vada a casa, noi andremo a cercarci altri amici da foraggiare per non dire altro.

Ci sono poi i giornali e giornalisti di opposizione che in questi anni sono stati una minoranza, vista con fastidio da tanti altri colleghi. E anche per loro, per assurdo, la situazione non si presenta rosea. Per giustificare questa teoria è sufficiente tornare indietro al 1994 quando, dopo la nomina del primo governo Berlusconi, il grande Indro Montanelli venne cacciato da Il Giornale perchè non allineato alle posizioni dell’esecutivo. Montanelli fondò La Voce, che andò a gonfie vele fino a dicembre di quell’anno quando un lucido Senatur Bossi staccò la spina al governo (“Non possiamo continuare a stare con il mafioso di Arcore” disse). Lo compravano elettori di destra, di centro e di sinistra, quest’ultimi insieme a Repubblica. Quando il governo cadde questo giornale andò in disgrazia come mancasse il moto propulsivo, come se una missione fosse stata raggiunta. Pochi mesi dopo non uscì più in edicola.

Oggi la situazione potrebbe ripetersi per giornali quali Il Fatto o Terra che stanno andando molto bene, proprio perché vivono in funzione del nemico. Cosa accadrebbe dopo difficile dirlo, ma credo che la risposta non sia positiva. Poi ci sono quegli schierati, come il fido Emilio al Tg4 o il nuovo presidente dell’Istituto Luce (ex Tg1) Alberto Minzolini: il primo, da sempre considerato il successore di Oggi le Comiche rimarrebbe, l’altro, come tra l’altro da lui ammesso, tornerebbe a casa insieme al suo fornitore di veline. Altri dirigenti e direttori di Raiset farebbero le valigie e forse per qualche mese si potrebbe respirare un’aria nuova nell’informazione. Magari, in un clima di liberi tutti, si potrebbero vedere ottimi servizi, senza censure. E tanti, una volta che il Premier facesse le valigie si scoprirebbero, dopo aver fatto i maggiordomi per vent’anni, dei piccoli Santoro…

* Rubrica Corsara di Guglielmo Olivero