di Alfredo Sgarlato – Il 29 giugno di cento anni fa nasceva a New York Bernard Herrmann, il più grande compositore di colonne sonore, italiani a parte (ché la grandezza di Morricone, Rota e Piccione è indiscussa). Talento precoce, premiato già a tredici anni e a venti già apprezzato direttore d’orchestra, iniziò negli anni ’30 a comporre musiche per radiodrammi, scrivendone oltre duemila. I collaboratori raccontavano che avrebbe saputo scrivere “la decima di Beethoven” in un’ora.

Nel 1941 debutta al cinema, e che debutto: compone le musiche per “Quarto potere” (“Citizen Kane”), secondo molta critica il film più bello mai fatto, di Orson Wells, con cui aveva già lavorato alla radio. Compone lo score anche per l’opera seconda di Welles, “L’orgoglio degli Amberson” per poi litigare col bizzoso regista. Da allora lavora moltissimo. Suo partner prediletto diventa il grande Joseph L. Mankiewicz, per il quale scrive una decina di composizioni, tra cui quella, splendida, che Herrmann considerava la sua migliore, per il capolavoro “Il fantasma e la Signora Muir”. Ottime anche quelle per “Ultimatum alla terra” di Robert Wise, in cui sperimenta uno dei primi sintetizzatori, il theremin, e quella per il noir “Neve rossa” di Nicholas Ray.

Alcuni dei titoli citati vi avranno fatto pensare che Herrmann fosse particolarmente dotato per il genere fantastico: infatti la sua capacità di usare armonie dissonanti legate a melodie romantiche rendevano la sua musica perfetta per sottolineare atmosfere di mistero. È possibile che queste caratteristiche abbiano stimolato l’incontro fondamentale per la carriera di Bernard Herrmann: quello con Alfred Hitchcock. Herrmann compose solo sette colonne sonore per Sir Alfred, ma tutte straordinarie, specialmente quelle per “La donna che visse due volte”, “Psycho” e “Marnie”.

Su “Psycho” un aneddoto merita di essere raccontato: Hitchcock, pensava che la scena dell’omicidio sotto la doccia fosse più terrificante senza musica. Guardando la scena girata questa gli fece schifo. Allora chiese a Bernard di scrivere un tema. Con la musica di Herrmann, in cui le dissonanze dei violini sembrano davvero coltellate la scena era perfetta. Le composizioni di Herrmann per Hitchcock funzionano perfettamente anche ascoltate su disco senza le immagini, tale è la loro bellezza e originalità.

Bernard appare anche nella parte di sé stesso in “L’uomo che sapeva troppo” ed ha supervisionato gli effetti sonori de “Gli uccelli”, creati da Oskar Sala con un altro dei primi strumenti elettronici, il “trautonium”. Successe però che Hitchcok non fosse soddisfatto del tema composto per “Il sipario strappato” e così Herrmann fu licenziato. Negli anni ’60/’70 Bernard lavorò ancora molto, soprattutto per i massimi adoratori di Hitchcok, Francois Truffaut (per “La sposa in nero” e “Fahrenheit 451”) e Brian De Palma ( “Le due sorelle” e “Complesso di colpa”). Il 24 dicembre 1975 moriva colpito da infarto.

La sua carriera si chiuse con un altro capolavoro: “Taxi driver” di Martin Scorsese. Ma le sue musiche sono riprese in decine di altri film e la sua influenza (insieme a quella di un altro gigante, Michael Nyman) è la più forte in tutti i compositori di colonne sonore oggi in azione, da Danny Elfman (tutto Tim Burton, i Simpson, “Desperate housewife”…) ad Alexandre Desplat. (“Harry Potter”, “L’uomo nell’ombra” di Polanski etc).

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato