Una serata di musica a Ceriale con De Scalzi Geddo e i Flower Flesh (con fotogallery)

di Alfredo Sgarlato – Una serata davvero riuscita quella che ci hanno regalato uno dei più importanti musicisti della scena genovese, Vittorio De Scalzi, e due interessanti realtà locali, il cantautore Davide Geddo e il gruppo dei Flower Flesh, nell’ambito della Notte Bianca organizzata dal Comune di Ceriale e dalla Pro Loco con la collaborazione dell’associazione culturale Il Tempo Ritrovato.

Davide Geddo ha aperto la manifestazione cantando sei canzoni, cinque dal suo album “Fuori dal comune” più una novità, una canzone dove lascia i temi intimisti del disco precedente a favore di una serrata critica al mondo che ci circonda. Accompagnato dai musicisti presenti sul disco, Paolo Magnani, Dario La Forgia e Maurizio De Palo, tutti e tre tecnicamente ottimi ma de Palo è un mostro, Geddo ha eseguito i suoi cavalli di battaglia, Ti voglio, Marylin, Genova (il gran finale), con molti applausi dal pubblico.

Quindi arriva Vittorio De Scalzi, noto leader dei New Trolls, che si esibisce in duo col polistrumentista Edmondo Romano (sax, flauti, zampogna). De Scalzi ha eseguito soprattutto brani del suo amico e collaboratore Fabrizio De Andrè, di cui in alcuni casi è coautore, come quelli tratti dal disco “Non al denaro né all’amore né al cielo”. Ma esegue anche canzoni tratte da dischi più recenti, come quello in cui riprende le poesie dell’amico Riccardo Mannarini. De Scalzi tiene il palco con molto savoir faire e il pubblico si mostra molto caldo. Soprattutto i bis, Miniera ( sempre scritta con De Andrè e Mannarini) e Quella carezza della sera vengono cantate in coro da tutti i presenti.

La serata si chiude con i Flower Flesh. Purtroppo è quasi mezzanotte e rimangono solo i veri appassionati. Una notte bianca dovrebbe durare tutta la notte, che qui in Liguria qualcosa duri fino all’1 è gua fantastico, considerando che per nove mesi all’anno è già dura incontrare qualcuno dopo le diciassette… Per i fortunati rimasti i Flower Flesh eseguono gran parte del primo disco “Duck in a box” e il pubblico gradisce la loro elaborata miscela di suoni anni ’70 e ’80, con la voce profonda di Elvstrom, i pregevoli assoli di chitarra e tastiere di MetalMark e Mela e la versatile sezione ritmica Ivan e Bea.

Nelle pause tra un concerto e l’altro i più lungimiranti hanno approfittato per visitare la galleria Cloud Factory di Giada Briatore e Roberto Ascoli, con in mostra oltre alle opere di Roberto stesso, una personale di Tino Stefanoni, artista partito da un iperrealismo alla Domenico Gnoli e che adesso presenta una serie di piccoli paesaggi ad olio, dai colori lunari, molto semplici ma suggestivi, e poi opere di Luzzati, Scanavino (splendido un piatto) e Sigys Vinylism, artista giovane ma già quotatissimo che ha esposto a Montecarlo e ad alle principali fiere italiane.

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