di Alfredo Sgarlato – Si è tenuto ad Albenga nel fine settimana il festival “Contagi”, organizzato dal progetto YEPP. Per la concomitanza di eventi ho potuto seguire solo la serata di sabato, quella dedicata al rock, che vi vado a raccontare. Per primi salgono sul palco gli spezzini Violet, una vera sorpresa. Sebbene abbiano un’età media di tredici/quattordici anni appaiono già dei professionisti, suonano un rock duro ma anche melodico, molto anni’70, sono tecnicamente bravi, molto compatti e il cantante è giustamente gigione. Eseguono brani propri e solo una cover di un brano dei Guns’n’roses.

Quindi tocca alla band di casa, gli Stereotìpi (mi raccomando l’accento sulla prima i). Un po’ più grandicelli, pure loro a proprio agio sul palco. Il loro genere insiste meno sul rock per contaminarsi con ska, reggae, swing e folk. Poche covers, un paio di De Andrè e una stravolta You shock me all night long degli AC/DC, e alcuni brani propri. Anche gli Stereotìpi sono ampiamente promossi. Quindi le stars della serata, i savonesi Margot. Questo gruppo ha già inciso ed ha una ricca esperienza live, culminata con l’apertura di un concerto di Ligabue. La loro proposta unisce la classica melodia italiana con le chitarre dure e sporche del rock. L’influenza di lacune bands affermate come Negramaro e Baustelle si sente, ma si ascoltano piacevolmente. Anche loro propongono quasi solo materiale proprio.

Chiusura con un’altra band da La Spezia, i Libertad. La loro musica è più vicina al metal, genere che non amo per nulla, ma anche nel loro caso apprezzo la perizia strumentale. Anche da parte dei Libertad brani propri e una cover imprevedibile, una divertente Nel blu dipinto di blu. Considerazione finale: quando ero ragazzo io era facile scoprire che quelle band che adoravamo su disco dal vivo si rivelavano tecnicamente non eccelse o poco professionali (per esempio i Cure, uno dei gruppi che ho amato di più, in concerto erano persino noiosi), oggi ci sono tantissimi gruppi preparati e professionali anche quando sono giovanissimi o sconosciuti.

Qualche anno fa temevo che il rock stesse diventando musica per quarantenni laureati, come la lirica, per fortuna oggi scopro che non è così.