Albenga: tra spezie, teatro/cabaret e musica folk la seconda serata di Terreni Creativi

di Alfredo Sgarlato – La seconda serata della rassegna Terreni Creativi ideata da Kronoteatro, ospitata da Aeffe Floricoltura, si apre con un’interessante conferenza tenuta dal Prof. Giovanni Assereto dell’Università di Genova sul commercio delle spezie. Abbiamo imparato molte cose interessanti: le spezie nell’antichità costavano come oggi la cocaina e non perché avessero qualche proprietà culinaria particolare come spesso riportano erroneamente i testi ma solo perché esotiche e costose e quindi erano status symbol.

Al contrario i cibi importati dall’America, patate e mais in primis, erano disprezzati perché mangiati dai popoli locali disprezzati in quanto considerati selvaggi. Col diffondersi delle carestie questi cibi meno costosi divennero di grande uso, specialmente la patate che, crescendo sotto terra sfuggivano ai razziatori e al fisco. Quando le spezie divennero di uso comune in Europa al loro posto divennero status symbol caffè, the, cacao e zucchero di canna, che dai luoghi d’origine furono trapiantati in Brasile e nelle Antille, dando origine al ben noto fenomeno della globalizzazione.

Segue l’intervento del libraio e giardiniere Gerri Delfino dedicato all’Agnocasto, pianta d’origine indiana che però si è molto diffusa in Liguria dove cresce spontaneamente sul greto dei fiumi. L’Agnocasto, la cui foglia somiglia stranamente a quella della Cannabis Indica, si dice abbia virtù strabilianti: oltre a quella che gli dà il nome, per cui era molto usato nei monasteri, si dice renda fertili le donne e regolarizzi i flussi mestruali.

Lo spettacolo teatrale è “Diario di provincia” di Oscar De Summa. Bravissimo l’attore, di ottima presenza e gestualità, ma il testo è piuttosto prevedibile, sebbene riscattato da un bel finale Siamo più dalle parti del cabaret che del teatro, e infatti il pubblico ride molto. Bella scelta delle musiche tra cui Frank Zappa, Sex Pistols, Mahler. Quindi la performance di danza di Aline Nari e Davide Frangioni di Ubidanza, su musica di Gainsbourgh e altri, che mi piace molto e poi il concerto.

Tocca ai Dabegu Folk, esponenti del genere detto delle “Quattro province” (Ge, Al Pc e Pv), l’unica musica tradizionale che si possa considerare tipicamente ligure. Lo strumento principe è quello detto piffero, che in realtà è della famiglia degli oboe e ha un suono molto simile alla piva, che tradizionalmente lo accompagnava, ma al giorno d’oggi è sostituita dalla fisarmonica. È musica di musicisti girovaghi, nata per il ballo e il pubblico risponde nel modo giusto: affollando la pista.