di Mary Caridi – Chi tra i politici non ha ricevuto per posta un bel proiettile calibro 7.65 è uno sfigato che non conta? Eh si, perchè ormai il “donatore” di pallottole spedisce direttamente in fotocopia lettere minatorie a destra e manca. Un paio di anni fa era toccato al Vescovo di Albenga, scortato per un periodo dalla Digos, poi è stata la volta del sindaco Guarnieri, poi è toccato a  Vaccarezza e infine, ultimo che ci riportano le cronache dei quotidiani, è stata la volta del segretario provinciale del pd Livio di Tullio, dopo che anche   il presidente della regione Burlando aveva ricevuto qualcosa di simile.

Cosa accomuna le varie vicende? La sgrammaticatura delle missive, che sembrerebbe opera di una stessa persona o di un gruppo di persone che non sono di certo andate al Liceo o che vogliono scientemente lasciar credere che sia l’opera di un ignorante e solitario grafomane. Francamente è difficile pensare ad una regia, ma è indubbio che la provincia e la regione siano sotto attacco di qualche squilibrato che detesta l’autorità, che ne odia le regole e i suoi rappresentanti. O qualcuno ha forse interesse a mantenere viva la tensione? E per quale motivo? Chi può avere interesse a mandare messaggi e avvertimenti ai politici? Vuole che nessuno si senta al sicuro?

Le lettere anonime sono un passatempo per menti che tramano e odiano nell’ombra, che nutrono risentimento verso coloro che amministrano la cosa pubblica e che per qualche oscuro motivo si sentono esclusi o emarginati e non hanno voce per affrontare con la parola o la critica aperta questi politici. Solo le indagini ci diranno se il colpevole verrà assicurato alla giustizia e finalmente conosceremo il volto dell’uomo della pistola.