di Guglielmo Olivero – È ribadito che una Nazione, uno Stato non riesca a conservare la propria identità qualora non trasmetta alla generazione successiva il patrimonio della memoria.  Tra i tanti provvedimenti iniqui della Finanziaria non va dunque messo sotto silenzio quello che, nello spazio di dieci righe, rimanda alla domenica successiva (o a quella precedente, non si capisce) le ricorrenze del 25 aprile (Festa della Liberazione), 1° maggio (Festa del Lavoro) e 2 giugno (Festa della Repubblica). 

 Un colpo mortale alla memoria, alla Storia barattato per qualche frazione di millesimo del Pil.  Stupisce, più che altro, la strana reazione che si è avuta alla notiza della cancellazione (o trasferimento) delle tre Ricorrenze.  Perchè a parlare per primi (giustamente, dal loro punta di vista) sono stati gli operatori del turismo della zona i quali si soffermano sulla inutilità della norma in quanto “vengono messe a rischio le presenze nella nostra provincia”.  Nessuno (salvo l’Anpi di Lucca che ha emesso un duro comunicato) che invece protesti per questo <massacro della Storia> e non affermi, ad esempio, che magari vengano ridotte anche le feste religiose, già che ci siamo. 

Non stupisce il silenzio degli esponenti del Governo che da anni non vedevano l’ora di trovare un sistema per sbarazzarsi di Feste da loro mal digerite (vedi chi al 2 Giugno diceva che con la bandiera italiana ci si puliva il sedere…). Stupisce invece il silenzio, anche a livello locale, dell’opposizione che dovrebbe sentire sue queste tre feste. Nessuna voce si è mossa, almeno fino a questo momento, per la difesa di queste Ricorrenze. In Francia o negli Stati Uniti se si togliessero, per qualsiasi ragione, le Feste Nazionali, scoppierebbe un caos con i siti governativi invasi da proteste. Qui, niente, soprattutto dalle nuove generazioni alle quali la Storia è una materia indigesta da studiare e rischia di portare via qualche minuto alla movida. 

Non resta che auguarsi un ripensamento, magari sotto la pressione di chi in queste Ricorrenze non vede un pic-nic, una gita al mare, ma qualcosa di più. Il simbolo della Storia, della Memoria, senza il quale un Paese si sfalda e non ha più futuro.

* Willipedia la rubrica Corsara di Guglielmo Olivero