IL TRENO DEI (NON) DESIDERI

di Guglielmo Olivero – La foto che accompagna questo servizio è eloquente,  e forse leggermente provocatoria ma, in fondo, sintetizza quello che la gente, i pendolari soprattutto, pensano di Trenitalia oggi: altro che Tav, siamo ancora in piena età del treno a carbone, intendendo per questo la qualità del cervello di molti dirigenti delle ferrovie. Quello che raccontiamo, sperando di poter poi avere vostri suggerimenti su esperienze che, da pendolari, vivete ogni giorno sulla vostra pelle, è accaduto mercoledi 24 agosto alle 16,30, stazione di Savona e può essere documentato senza problemi.

Con il sottoscritto (quando di parla di inviati sul posto,eh?) e un’altra ventina di persone, tra le quali un paio di turisti tedeschi allibiti, eravamo in attesa del treno interregionale, proveniente da Torino alle 16,28 ed in partenza alle 16,31. Un minuto prima del previsto arrivo del convoglio la voce dell’autoparlante avvertiva che il treno era in ritardo di 40 minuti. Fin qui niente di male, un guasto tecnico, può capitare e su tanti treni che circolano ogni giorno, con poca manutenzione, un incoveniente fa parte del gioco.  Ma è il seguito che rende l’idea di come i cervelli dei dirigenti delle ferrovie nostrane funzionano ancora a carbone.

Il treno, avendo quaranta minuti di ritardo, sarebbe arrivato alle 17,10, tre minuti dopo cioà che il treno proveniente da Genova e diretto ad Albenga dovesse partire da un altro binario. Ora la logica, quella non a carbone dei cervelli dei dirigenti delle ferrovie, che cosa suggerirebbe? Una cosa molto semplice: considerato che un treno (quello proveniente da Torino) è in ritardo <grave> tanto vale continuare su questa scia, sacrificarlo e rendere puntuale la circolazione degli altri treni. Ma la logica non è in correlazione con i cervelli a carbone dei dirigenti della ferrovia che infatti, dopo averci pensato un po’su (aria fumante di cervelli fritti nella sala direzione…) hanno fatto partire prima il treno in ritardo, causando a sua volta ritardi agli altri treni che erano sulla stessa tratta, tra i quali l’Intercity proveniente da Milano.

Non occorre aggiungere altro se non darvi, come nel ciclismo, la classifica generale dei ritardi: il treno Torino-Ventimiglia ha conservato i 40 minuti di ritatdo, il Genova-Albenga, 25 ed il rapido 30. Questo è il frutto dei cervelli a carbone della nostra ferrovia. E a questi signori vorremmo affidare la dirigenza dell’Alta Velocità? Ma per favore, fermiamoli prima che compiano qualche strage, tra l’altro annunciata.

* e-mail: guglielmo.olivero@albengacorsara.it